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CAPITOLO 4

è testimoniata dai rinvenimenti delle cave archeologiche e dalle evidenti tracce lasciate dalle
cave recenti; la pietra locale inoltre caratterizza l’edificato storico della città sia nell’edilizia
minore sia in quella monumentale. Nell’area urbana l’attività estrattiva si concluse intorno agli
anni Settanta del Novecento quando divenne inconciliabile con le funzioni urbane. Il materiale
calcareo ha subito nel corso del tempo utilizzi diversi legati all’evolversi delle tecniche
costruttive, prima utilizzato per le strutture portanti e come rivestimento e poi come materia
prima per la produzione di leganti a livello industriale. La città storica di Cagliari identificabile nei
quattro quartieri di Castello, Villanova, Stampace e Marina è realizzata con la pietra locale; il
paesaggio costruito della città antica rappresenta la visibile documentazione dei caratteri
geologici del territorio.

Figura 2 – Immagini della città storica

La “pietra forte”, calcare organogeno di scogliera molto compatto di colore generalmente
bianco, è il litotipo più pregiato della serie miocenica, presenta caratteristiche di consistenza e
tenacità, proprietà per le quali è stata la pietra maggiormente utilizzata per le costruzioni
monumentali più importanti della città e messa in opera per le opere faccia a vista (Barrocu et
al., 1981; Grillo, 2009 ). Il contenuto di CaCO3 è pari al 90% (Pitzalis, 1998a).
Il “tramezzario” è un calcare argilloso, biancastro con clasti minuti, che conferiscono alla roccia
un aspetto farinoso, e frammenti organogeni; il contenuto di CaCO3 è pari al 85 - 88% (Barrocu
et al., 1981). Il “tramezzario” è stato ampiamente utilizzato nell’edilizia storica della città
prevalentemente ad uso interno per la costruzione delle tramezzature, presenta caratteristiche
di portanza discrete e una buona lavorabilità.
La formazione della “pietra cantone” è costituita da un calcare argilloso più o meno arenaceo; il
contenuto di CaCO3 è variabile e in media si attesta al 75 - 80% (Barrocu et al., 1981). La
“pietra cantone”, roccia localmente ed erroneamente chiamata tufo, ha scarse qualità di
portanza e geomeccaniche, si presenta molto tenera e facilmente estraibile. È stata
ampiamente utilizzata per la costruzione degli edifici nel nucleo storico cittadino, la sua buona
lavorabilità ha consentito che venisse utilizzata anche per la realizzazione dei decori da porre in
opera negli edifici di pregio; l’utilizzo prevalente, desumibile dal nome stesso, è comunque
legato all’impiego come pietra angolare. Le caratteristiche igroscopiche impediscono la messa
in opera della “pietra cantone” senza opportune misure di impermeabilizzazione necessarie per

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