Page 50 - tesi DANIELA COMPLETA
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non veniva rinnovato, il terreno tornava nelle mani del
proprietario. Nel caso in cui l' imprenditore non disponesse
della somma necessaria ad acquistare la pietra, si optava per il
pagamento di una percentuale su ogni cantune estratto, il
cosiddetto “fondo”. Tale percentuale veniva versata come un
canone di affitto annuo o semestrale, in denaro o in natura,
calcolata sul prezzo di mercato del momento, in ragione di 4-
5 tufi ogni 100 estratti, in relazione anche alla quantità e
qualità della pietra estratta e alla distanza della cava dal mare.
Era di uso comune che gli imprenditori fissassero (ai
cavatori) il numero di cantuna da estrarre in una giornata o in
certo periodo. Naturalmente più in fretta il cavatore
raggiungeva il numero, più tempo aveva a disposizione per
dedicarsi ad altri lavori, come per esempio lo scavo di pozzi e
pozzi neri, che venivano pagati "a palmo".
Quando si impiantava una nuova cava, visto che i cavatori
venivano pagati a cottimo, per i primi tempi essi non
avrebbero dovuto percepire nulla, ma essi potevano chiedere
un anticipo sulla produzione. Quando riuscivano, i cavatori si
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