Page 120 - D-Girolamo_Matranga
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;                 PARTE PRIM A.::
                                       ro
                                       Divolgoſsi advnbalenoper la Cittàdi Palermo lacer.
                                   tezza della morte,onde țutta precipitò nel pianto non af

                                   ſuefatta à dolerfi, & à foffrire colpi safatali. Hauereſsi via
                                   ſto ad yn tratto il Popolo ſtrauuiſatodal dolore; i Miniſtri
                  Tacirus 1.2.Agnal.
                                   Regij, i Titolati , i Baroni, edi Nobilidel Regno iſtupisa
                                   diti. Prima dell'Editto fi abbandonarono i Fori,lagrimo
                                    finelle proprie caſe fi ritirarono; & hauendo il petto alta
                                   mente trafitto,eraper tutto horreuolcſilentio, ed amaril
                                   ſimo pianto ; effetti non delloſtentatione, ma dell'afflit
                  Curtius 1.10.
                                    tioneinterna. Mi patue vedere in Palermo la ſpiaceuole
                 Tacitus 1.2 .
                 Plut.in Cæfare .  Tragedia rappreſentata suil veroper la morte diAleſsan,
                                   dro in Babilonia , diGermanicoin Epidafno,diCeſare
                                   in Roma .

                                    s Tornati à loro medeſimi li fedeliſlimi Vafsalli , mia
                                   ſchiate conparole di rammarico le lagrime , contarono
                                   le gratie , .e i fauoricon benigna liberalità alla Città con.
                                   ceſse,i priuilegi e le prerogatiue diſpenſate àCittadini,gli
                                   aiuti Araordinarijpreſtatial Regno , e lacontinua pace
                                   siello ſpatio di anni quarantaquattro à Sicilia inuiola
                                   bilmente guardata, & inuidiata tanto dalle armi Straniere
                                   Ottomane, e Saracene. Teſserono, non sò ſe dir jo deua
         .
                                   Peanne o-Epicedio delle di lui glorie immortali' : della
                                   coltanza dell'animonelle auuerlità, della clemenza pia.
                                   ceuole nel perdónar le offeſe, della magnanimità fini
                                   furata nell'ingrandire i Tempij, della piecaChriſtiana nel
                  :.......! ring is foccorrere imiferabili, della gratitudine prodiga nelri
                                    munerare i ſeruiggi, della ſollecitudine non mai Itracca
                                    nell'armare gli eſerciti, à diffetà della Monarchia , ò in

                                   aiuto de Collegati,òà debellaregli Heretici;della ſuiſce
                                   rata prouidenza per mantenergli; della diritta intentione

                                   nel deſignare i Miniſtri; della fete ardentiſsima di sbar.
                                    bicare l'infedeltà ; della candidezza della Religione nel
                                   venerare le coſe fagre;della diuotione inſommo nell'ado
                                   rar l'Euchariſtia, e nelpromouere con tutto lo sforzo del
                                    ſuo potere dell'Immaculata Concettione della Vergine
                                   le folenniſsime feſte; e ſollecitarne co' prieghila defini.
                                   tione ; della volenteroſa ageuolezza nellovbidiro à Ror
                                                                                          ma
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