Page 115 - D-Girolamo_Matranga
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PARTE               PRIM           A.         5
       del pericolo  era percorſo  l'auuifo . Volò ella da Parigi
       ( oue dall'Ambaſciadore     del Chriſtianiſſimo   ,cheriſiede

      a Madrid in britue ftata era recata ) a Napoli , dall' Am
       baſciadore  del Re Catholico     preſtamente   trameſsa   .
          Delle coſe d'importanza       non ſi aſpetta la certezza a
       darne auuiſo. Lodaſi la veglianza    de'Legati   de'Principi ,e
       de'Reggitori  ,che notarono    altresì le diceric , e le faucle;
       e che prima di ſcoprire il vero , largomentarono      , e con
       geſturarono  . Meglio è,che ne'caſi di momento       habbiano
       titolo di troppo creduli ,chedi negligenti       : non perche
       dcuano [conſideratamente      riſoluere ,ma far sù lemoſse


       per ben poi rifolucre.
          Lc circoſtanze    , c le particolarità   nelle lettere degli
       Ambaſciadori     in Parigi,edin Madrid chiaraméte       eſpreſ.

        ſe, sforzauano  il giuditio  del Vicere acosì credere . Ma
       nonmericò sidoloroſa       nouclla intera fede. Le perdito
       grandi , ancorche    vere,ſiſperano ſi diſiderano     falſe : an.
                                            ,e
       zi la ſperanza  , & ildiſiderio  indeboliſcono    le forze della
       certezza  ; a ſegno tale che più d'vna fiaca ſi vede il male,
       non ſi crede : impercioche     il ſincero Amore, non poten
       do tolerare le perdite,incolpa la fama di bugia; & afcon
       de la verità ſotto finta, ma graditamenzogna        ,
            Voglio riferirti coſa chetirecherà marauiglia      ,ſe vora
       rai curioſamente    inueftigarne   l'authore ,el'origine . Molti,
       giorni prima funefto mormorio          nella Città di Palermo
       vdiſli della feguita morte del Monarca           : poſso io di
        quellocerta teſtimonianza      farne . Dachi, come,e quam
        do fiatato ſtato foſse non sò, ne voglio cercare . Biſogira
        trasferirne  la Fama nel Popolo     a ftefso comein vno{mi a Plut.invita Pauli
        ſurato Pelago , che alcunavolta,non ſoſpinto         da.Ventis,Acmili. Vtautede
        përocculta cagione     ,che l'interne viſcere gli agita , gran- efthabita,neq;is in
        demente     ondeggia   .Egli è difficile  credere , checon lec-ucntus fuit:fed yoo
                                                                       tandem
        tere priuate diuolgato    egli fi foſse;faluo chele Colombe      ,      adPopulum ,
         deAntiochia   ,ò d'Aleppo    quelle regatenon haueſsero      : 0 Pelagus ,Famæorigo
        che gli Vccelli   di Diomede     non lºhaueſsero   contato  .     reiecta eft.
             Non ſono nuoue coraliprodiggioſe         voci,ne ritrouate
        fauolofe    ,Contingenzc     non temute ,nefperate,echeda:
                                                                meſi
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