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circostanti, su cui spesso contingenti di una certa importanza o singoli
individui sostano per riposarsi e cibarsi. Su di esse il passo si restringe,
quindi affollamento e facilità di osservazione. Aspetto questo di scarsa
importanza per le specie comuni ed abbondanti o comunque nidificanti
in Italia; ma qui più agevolmente e più di frequente si possono ricono-
scere e segnalare specie rare o accidentali per il resto della Penisola, che
viene direttamente sorvolata o in cui i pochi esemplari in transito
si disperdono su un vasto territorio e solo casualmente vengono segna~
lati. Come esempio il Pigliamosche pettirosso, i Falaropi, il Pett'azzur-
ro, il Culbianco di Groenlandia, il Calandro maggiore, la Pispola gola-
rossa, ecc..

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      Di maggiore importanza gli altri due aspetti della migrazione,
riferiti alle specie nidificanti ad occidente e a oriente dell'Italia, specie
che teoricamente, per quanto attiene al fenomeno migrazione, pott·eb-
bero di norma non interessare la Penisola, essendo i loro quartieri
estivi ed invernali posti non sulla direttrice italiana. Le specie nidi-
ficanti in Spagna e invernali in Africa di NW e Africa meridionale
potrebbero seguire un percorso diretto Spagna-Africa e viceversa, essen-
do l'una e l'altra regione poste sullo stesso asse. Così le specie nidi-
ficanti nell'Europa orientale, invernali almeno in parte nell'Africa di
NE e Sud orientale, potrebbero nelle loro migrazioni seguire egual-
mente una linea retta, escludendo il territorio italiano.

b) Passo di specie nidificanti ad occidente dell'Italia (Penisola Iberica)

      Trattasi di un certo numero di specie, estranee all'avifauna nidifi-
cante italiana, che per passare dai quartieri estivi (Pen. Iberica, Francia
meridionale) a quelli invernali (Africa) o per far ritorno ai primi non
seguono la via retta, che come sempre è anche la più breve, ma com-
piono un largo giro, deviando prima verso Est attraverso il ponte
siculo e delle isole circumsiciliane e per di più risalgono poi verso
Nord lungo la costa tirrenica, convergendo in fine ad Ovest sull'arco
ligure e la Francia meridionale, per ridiscendere poi in Spagna.

      Questo giro che si protrae per diversi chilometri e che potrebbe
anche apparire vizioso ed inutile, è stato largamente e sufficientemente
provato e, benchè sembri strano, deve pur avere le sue ragioni da
ricercarsi nell'ecologia e nell'etologia delle varie specie, ma soprattutto
in particolari motivi biogeografici e paleostorici.
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