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tirrenico) e Cbiloneus meridionalis Boi-r. (elemento siculo). Sarebbe inte-
ressante conoscere, in quest'ultimo caso, se si tratta della f. typ. del
litorale siculo o di una eventuale razza locale.
Poco possiamo dire anche sulle reali proporzioni tra forme attere
e forme alate presenti nell'isola, data appunto la sopra lamentata scar-
sità di reperti a nostra disposizione. Osserviamo comunque che ben 5
delle 11 specie segnalate non sono volatrici e che il solo Otiorbynchus
cribricollis GYLLH., tra esse, può considerarsi più o meno direttamente
legato all'uomo.
Nel complesso quindi, la curculionidofauna di Ustica non si diffe-
renzia affatto da quella dell'antistante costa sicula ma non è possibile
dire, sulla scorta dei dati a disposizione, se le sue affinità sono maggiori
con quella della Sicilia orientale o con quella della Sicilia occidentale.
Saremmo tuttavia propensi a considerarla più affine a quella della Sicilia
occidentale, più che sulle presenze, sulle assenze, ad esempio, degli ele-
menti appenninici ed europei conosciuti invece per le vicine Eolie.
ISOLE EGADI
Antecedentemente alle ricerche compiute da uno di noi (G. Osella),
anche della curculionidofauna egatense non era nota alcuna specie. Le
nostre indagini, pur nella loro incompletezza (cfr. OsELLA, 1972, lavoro
in corso di stampa sugli Atti dell'Accademia Gioenia) ci hanno permesso
di raccogliere 64 specie, complesso che si presume rappresenti il 70-80%
della fauna realmente presente. Mancano ancora gli endogei che m
quest'isole però non dovrebbero mancare.
La più ricca in specie è risultata Favignana (45 forme) seguita da
Levanzo (41 forme); ultima Marettimo con 26. Le differenze esistenti
tra Favignana e Levanzo sono modeste e certamente riferibili a fattori di
ricerca mentre quelle passanti tra esse e Marettimo sembrano sostanziali
ed obbiettive anche in considerazione della particolare cura con la quale
sono state condotte le indagini in quest'ultima isola.
Dal punto di vista zoogeografico, gli elementi ad amplissima dif-
fusione (cosmopoliti, paleartici, eurosibirici) sono 6 (9,6%); il gruppo
più cospicuo è però rappresentato dalle forme mediterranee in senso lato
che sono complessivamente 39 (62,4%) seguite dagli elementi a pre-
valente gravitazione europea (10 specie, 16% circa).
Le specie quindi a diffusione più o meno ampia sono complessiva-
mente 54 (86,4% ); sulle restanti 10, detratte 2 a classificazione incerta,