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Questi frammenti potrebbero essere stati introdotti a causa di possibili correnti marine,
dato il forte idrodinamismo presente a Levanzo, o per via dei numerosi attracchi a scopo
turistico-balneare di aliscafi e natanti vari nel porticciolo di Levanzo che potrebbero aver
favorito, in maniera determinante con lo scarico delle acque di sentina e con l’attacco di
eventuali propaguli alle loro ancore, la diffusione dell’alga nei fondali dell’ isola.
Determinare con precisione l’area fonte della specie introdotta è fondamentale per
prendere delle decisioni che riescano a contrastare efficacemente il fenomeno invasivo in
atto o, ancora meglio, a prevenirlo. Risposte rapide a questo problema richiedono una
scoperta precoce del fenomeno sia tramite mezzi passivi (pubblicazione di articoli, riviste
specializzate) sia tramite mezzi attivi (programmi di campionamento, sorveglianza e
monitoraggio) che, in ultimo, grazie alla comprensione di ciò che è già presente
(valutazione generale). L’impatto di C. racemosa necessita una valutazione più accurata in
diversi habitat, a differenti profondità, in varie regioni del Mediterraneo, tenendo conto
anche delle varie scale temporali (a tal fine sono essenziali gli studi a lungo termine).
Infine, per limitare la diffusione pericolosa di quest’alga all’interno del Mar Mediterraneo,
bisogna che tutti i paesi affetti dal problema attuino delle strategie di comune accordo ed in
sinergia per gestire la situazione prima che essa possa risultare fuori controllo.

CAP. 6. RINGRAZIAMENTI

Un sincero ringraziamento va alla professoressa Paola Gianguzza per avermi guidato
pazientemente durante la pianificazione ed il successivo sviluppo di questo lavoro. Un
altro grosso ringraziamento va al subacqueo Giuseppe Pisciotta per il suo prezioso aiuto
durante le immersioni di campionamento a Levanzo e al direttore dell’A.M.P. delle Isole
Egadi, il dottor Donati, per avermi concesso l’opportunità di svolgere il tirocinio presso la
sede dell’ Area Marina di Favignana.

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