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In ultima analisi si reputa necessaria una severa campagna di monitoraggio dell’espansione
di C. racemosa, soprattutto nelle zone contigue alle AMP’s, vedi i fondali di Acitrezza per
“Isole Ciclopi”, o di Favignana e Levanzo per “Isole Egadi” interessate anche dalla
presenza di C. taxifolia.
Il versante caldo, soggetto ad una implacabile avanzata delle due specie aliene, sembra
essere quello del trapanese e del siracusano.
CAP. 5. CONCLUSIONI
L’invasione di specie alloctone è ad oggi un fenomeno sempre più diffuso a livello
mondiale che sta sconvolgendo il normale equilibrio degli ecosistemi naturali. Più del 70%
del nostro pianeta ospita habitat marini, un tempo estremamente ricchi e vari dal punto di
vista biologico, che stanno subendo il peso insostenibile di eccessivi stress antropici. La
pesca intensiva, la maricoltura ed i numerosi e sempre più frequenti traffici commerciali
marittimi rappresentano attività che hanno certamente giocato un ruolo preponderante nel
favorire il fenomeno dell’invasione di specie alloctone. Quello che oggi ha reso
preoccupante quest’ultimo fenomeno è il volume, in termini di biomassa, degli organismi
marini ‘’migrati’’ tramite svariati mezzi da un luogo all’altro e la velocità con cui
avvengono queste vere e proprie migrazioni. E’ stato stimato che circa 7000 specie
vengono ‘’trasportate’’ per il mondo nelle acque di sentina delle navi ogni giorno e che
approssimativamente 10 miliardi di tonnellate delle acque di sentina vengono trasferite
globalmente ogni anno. Tutto ciò può farci comprendere come le invasioni alloctone siano
oggi un problema a livello planetario. I danni maggiori sono visibili a tutti. La biodiversità
degli ecosistemi marini si sta impoverendo e le specie indigene stanno sempre più cedendo
i loro spazi e le loro risorse a specie invasive sempre più resistenti ed adattabili che
alterano il ruolo ecologico di quelle specie con cui competono. E’ stato già detto che non
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