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CAP. 4. DISCUSSIONI
L’invasione di specie aliene, non solo in Mediterraneo, è un fenomeno generale facilitato in
prima istanza dall’incremento dei traffici marittimi e dai cambiamenti della qualità delle
acque costiere. I terminali petroliferi e le aree semichiuse come quelle portuali, lagunari e
di estuario svolgono un ruolo importantissimo nell’ospitare, acclimatare e concentrare le
forme larvali alloctone facendone aumentare il tasso di sopravvivenza. Molti casi di studio
hanno dimostrato che sono i danni all’economia locale e alle strutture industriali a rivelare
a posteriori l’avvenuta invasione, quando questa non è controllabile, e che quindi una
continua e preventiva opera di monitoraggio risulta essere indispensabile soprattutto in
queste aree.
Nel quadro delineato, tuttavia, sussistono alcune incognite fondamentali: la prima è il
tempo di stabilizzazione, dipendente dalla capacità di espansione della specie alloctona; la
seconda la reale capacità competitiva della stessa e terza incognita è la risposta dei
consumatori alla nuova presenza, nonché la capacità di prevedere l’effetto dei cambiamenti
ambientali che si stanno verificando su scala planetaria sulla dinamica di popolazione
dell’invasore.
In generale l’invasione risulta essere vincente quando interessa ambienti stressati ed habitat
degradati, nei quali le popolazioni autòctone regrediscono fino alla possibile estinzione. La
velocità dell’invasione rallenta con la diminuzione della capacità portante dell’ambiente
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