Page 12 - DiNora_Tunesi_2000
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lità naturalistica, probabilmente trascuro gli aspetti econoniici e turistici, anche se sono un
obiettivo delle nostre ricerche, bisogna cambiare il punto di vista perché credo che i l parco
è un momento di passaggio, cioè il momento in cui abbiamo istituito i parchi abbiamo
ammesso che abbiamo fallito rispetto alla natura, non sappiamo coniportarci in maniera
coi-retta tanto è vero che dobbiamo farne un qualcosa di recintato, non accessibile a tutti,
con delle regole, al di fuori delle quali queste regole non valgono più. Quindi è un momento
che adesso dobbiamo fare, che probabilmente otterremo anche dei risultati, ma poi dobbia-
mo cercare di superarlo. perché altrimenti tutta la nostra attivith diventa inutile o se non
marginale. Non occorre fare una programmazione per proteggere e per gestire, ma una pro-
grammazione perché si porti ad una conoscenza ed a un'autogestione di chi abita nelle zone.
PASQUALE BONDANESE
FONDAZIONE MICHELAGNOLI
Volevo sapere se da parte dell'ICRAM o di altre organizzazioni in parallelo a tutte le
ricerche per riuscire a definire le zone delle aree marine protette e tutte le altre ricerche
annesse, un'azione sulla modifica della legislazione, cioè una sanatoria sulle leggi passate
che impongono di fare delle aree protette non potendo farle fare a chi le tiene, quindi andan-
do ad invertire il ruolo.
TAIRA D1 NORA
I1 fallimento della normativa italiana sulle aree marine protette è ormai patrimonio
comune di tutti coloroche si occupano di questo argomento. A tale proposito esiste un'asso-
ciazione nata due anni fa, che si chiama CAMPI, Coordinamento Aree Marine Protette
Italiane, che raggruppa i quattro settori che sono stati identificati come principali e strategi-
ci attori delle aree marine protette: il settore della ricerca, i l settore delle associazioni
ambientaliste, il settore degli enti locali, perché poi in genere sono gli enti locali che vengo-
no ad assorbire la gestione dell'area, e il settore dei pescatori. Questo coordinamento ha tra
le sue finalità anche quello di fare una riflessione critica e profonda su quello che è lo stato
attuale della normativa, su quello che è lo stato attuale dei decreti già in vigore sulle aree
marine protette e di fare un'attività attiva nei confronti delle sedi istituzionali per tentare di
portare ad una modifica costi-uttiva e produttiva rispetto a questo tema.
SILVANA VALLERGA
Io sono una vecchia signora della ricerca che ha lasciato la ricerca per fare gestione e
per andare insieme ai pescatori e voglio complimentarmi con la dottoressa Di Nora, ma le si
fa un maggiore servizio a criticare una relazione teorica come fanno tutti i giovani d'altron-
de perché è giusto così, ma se io non la stimolo in questo modo alla prossima relazione me
la mangiano viva. Quindi credo che faccia parte dell'addestramento anche questo.
TAIRA DI NORA
La ringrazio per la generosità.
SILVANA VALLERGA
L'altro discorso per quanto riguarda il trasferimento della conoscenza della ricerca è
un problema centrale a livello internazionale, tutti noi dobbiamo fare la fatica di renderci