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Luca Giraudo

                                        Parco Naturale Alpi Marittime

                                           Piazza Regina Elena, 30 12010 Valdieri CN
                                          e-mail: luca.giraudo@parcoalpimarittime.it

                              Coordinamento Nazionale Rapaci Migratori

                                      La migrazione dei rapaci in Italia

Introduzione
Lo studio della migrazione dei rapaci in Italia, effettuato con metodi standardizzati, inizia nella
seconda metà degli anni ’80. In realtà i primi campi di osservazione furono attivati sullo Stretto di
Messina già nel 1984 (Giordano 1991), ma la loro priorità fu la conservazione dei migratori in
quanto oggetto di intensa attività di bracconaggio, e privilegiarono il controllo del fenomeno
illegale piuttosto che il conteggio degli uccelli; con una graduale diminuzione nel tempo degli
abbattimenti illegali si ebbe un’evoluzione verso obiettivi più strettamente scientifici.

Alcuni anni dopo iniziano ad affacciarsi sulla scena altri siti di monitoraggio, con un primo
tentativo nel 1988 ad Arenzano GE (Baghino e Leugio 1990) e con l’attivazione del Progetto
Migrans in Valle Stura CN nel 1991 (Toffoli e Bellone 1996), i primi sondaggi sui Colli Asolani
(Mezzavilla et al 1998) e lo studio nelle Valli di Lanzo l’anno successivo (Reteuna 1994). Seguono
via via molti altri (grafico 1). Attualmente in Italia i siti che vengono monitorati con continuità
sono 13, in un panorama composto da almeno 32 località interessate (figura 1), una parte di
queste oggetto di sondaggi stagionali una tantum.

Oggi conosciamo a grandi linee le rotte di migrazione, i periodi di passo, una stima degli effettivi
migranti della maggior parte delle specie, soprattutto veleggiatrici. Rimane ancora lacunosa in
alcune aree intermedie fra i siti principali, e anche se sostanzialmente le varie ipotesi avanzate
sembrano reggere ai dati che anno dopo anno vengono raccolti, molti aspetti secondari
rimangono da approfondire.

Lo studio sulla migrazione in Italia viene portato avanti in massima parte da appassionati, che su
propria iniziativa hanno cercato di affrontare questo interessante e vasto argomento. Sono
presenti le maggiori associazioni ambientaliste che basano il loro lavoro sui volontari, ma sono
soprattutto singole persone o associazioni locali che conducono i vari studi.
Sono poche le istituzioni promotrici, in massima parte Enti gestori di aree protette o Università,
mentre alcune sono state coinvolte in un secondo tempo e forniscono in genere un appoggio
logistico.
Manca ancora un coordinamento centrale che riesca a convogliare tutte le risorse verso obiettivi
comuni e che coordini la ricerca, che imposti gli obiettivi e riassuma i risultati.
Lo scambio di informazione viene attuato in tempo reale ma non esaustivo nelle varie liste
elettroniche di corrispondenza, prima fra tutti EBN Italia, e in modo sintetico e completo ogni sei
mesi sul bollettino Infomigrans, che raccoglie i risultati dei vari campi di osservazione e ha come
finalità principali la messa in comune dei dati annuali, l’aggiornamento in tempi brevi e la
divulgazione rivolta sia agli appassionati sia alle Istituzioni.
Una parte dei dati viene pubblicata ad opera dei vari autori su riviste scientifiche nazionali o
estere.

Di seguito viene presentato il quadro delle conoscenze sulla migrazione dei rapaci, basato sia sulla
bibliografia disponibile, sia sui contributi apparsi sull’Infomigrans dal 1998 ad oggi.
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