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Ritengo importante sottolineare che la sintesi da me proposta si basa sul lavoro di centinaia di
persone che hanno speso il loro tempo sul campo o davanti ad un elaboratore, e va intesa come
un tributo alle energie spese soprattutto da altri.
Materiali e Metodi
Per quanto riguarda i metodi di censimento, basati essenzialmente sulla osservazione diretta da
terra con l’uso di binocoli o cannocchiali, è da rilevare ancora una certa disomogeneità nei
rilevamenti, in particolare riferita ai tempi stagionali (inizio e fine delle osservazioni), giornalieri
(inizio-fine attività quotidiana) e nei siti (non sempre le stesse località di anno in anno), anche se
recentemente queste differenze si stanno riducendo.
Sono ormai pressoché definite le finestre di tempo da coprire per ogni specie, da Sud a Nord e
viceversa, e si sta tentando di ottenere per ogni sito un indice di passaggio medio e
specie/specifico standardizzato.
Le osservazioni vengono compiute in alcuni siti a partire dall’alba fino al tramonto, ma più
frequentemente dalle 8-9.00 e fino alle 16-18.00.
Discussione
Le specie monitorate sono principalmente il falco pecchiaiolo Pernis apivorus, il biancone Circaetus
gallicus, il falco di palude Circus aeruginosus, il nibbio bruno Milvus migrans, l’albanella minore
Circus pygargus e l’aquila minore Hieraaetus pennatus. Queste sono le specie target della maggior
parte dei siti, in funzione della stagione e della località; le altre fanno da corollario in quanto
transitano più o meno negli stessi periodi, ma in numeri ridotti: così è per l’albanella pallida Circus
macrourus fra gli Accipitridi e per il lodolaio Falco subbuteo, il falco cuculo Falco vespertinus, il
gheppio Falco tinnunculus e il grillaio Falco naumanni fra i Falconidi.
Meno studiate sono le specie precoci o tardive, come la poiana Buteo buteo o gli Accipiter, che
migrano prevalentemente in marzo e ottobre.
Fra gli altri gruppi tassonomici è evidente il passo delle cicogne e talvolta della gru Grus grus.
Viene presentato il quadro delle conoscenze acquisite negli ultimi 20 anni e i dati sintetici relativi
agli anni dal 2004 al 2006, periodo in cui si può ritenere soddisfacente la standardizzazione del
monitoraggio.
Falco pecchiaiolo Pernis apivorus
E’ sicuramente la specie che conta il più alto numero di effettivi, già oggetto delle prime
campagne di conservazione, e che presenta in primavera un numero medio di oltre 20.000
individui su Messina, su un totale di circa 25.000 rapaci di passo (Giordano e Cutini in Infomigrans
2005-2006), e di 4.129 individui su Arenzano (Baghino in stampa) nel periodo 2004-2006, mentre
durante la migrazione post-riproduttiva conta fino a 15.000 individui sui siti dell’Italia
settentrionale (Mezzavilla, Gargioni in Infomigrans 2005-2006).
In primavera la rotta di migrazione ha direzione prevalente Sud - Nord in Italia Meridionale, Sud
Ovest – Nord Est in Italia settentrionale; il flusso migratorio proviene o dalle coste dell’Africa,
soprattutto dalla Tunisia, o dalla costa Francese, in arrivo da Gibilterra (Agostini in Brichetti 2002;
Baghino, Belaud in Infomigrans 2006). Vengono quindi sorvolate le isole minori, la Sicilia e lo
Stretto di Messina; da qui una parte dei migratori risale la penisola e viene contattato sul Conero
e sul San Bartolo, un’altra parte attraversa lo Ionio e poi l’Adriatico per dirigersi verso la ex-
Jugoslavia. Un’altra parte entra dalla costa Francese e Ligure e poi si immette nella Pianura
Padana nei pressi di Arenzano, ma vengono osservati gruppi di pecchiaioli anche sui passi delle
Alpi Marittime e Liguri.
Si ritiene che la colonizzazione dei siti riproduttivi italiani venga effettuata su entrambe le
direttrici.
In estate la rotta principale ha direzione Nord Est – Sud Ovest, gli effettivi provengono soprattutto
dalla Slovenia (Mezzavilla in Infomigrans 2004-06) e quindi probabilmente dall’Est Europeo e,
attraversando i rilievi veneti e lombardi con concentrazioni anche notevoli (massimi giornalieri di