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fluorescenza è stata rilevata mediante lettura spettrofluorimetrica (alle lunghezze d'onda
di eccitazione 380 nm e di emissione 440 nm); i valori ottenuti, sono stati convertiti,
mediante l'equazione di Lineweaver - Burke, in Vmax (velocità massimale di idrolisi
enzimatica), secondo il metodo di Hoppe et al. (1988).

      Per la stima della carica batterica eterotrofica i campioni di acqua di mare sono
stati seminati in superficie su piastre di Marine Agar (DIFCO). Su queste, dopo
un'incubazione di due settimane a 20°C, è stato eseguito il conteggio delle colonie
sviluppate.

      Dai campioni di sedimento sono stati separati vari subcampioni per le
determinazioni analitiche di routine. Per quanto riguarda l'analisi granulometrica, i
campioni sono stati analizzati, secondo il metodo proposto da Buchanam & Kain
(1971), che prevede il setacciamento meccanico del campione essiccato fino ad un
diametro di 63 µm, con classi dimensionali spaziate di ½ di Φ (Φ = - log2 Ø mm), e la
sedimentazione in colonna della frazione pelitica. I valori ottenuti sono stati elaborati,
come di routine, mediante l'analisi statistica proposta da Folk & Ward (1957), ma in
questa sede verranno riportati i soli valori di diametro medio (Mz).

      La stima del contenuto in sostanza organica nei sedimenti è stata eseguita in
accordo con il metodo proposto da Stern (1981), attraverso il peso secco delle ceneri
libere. I risultati delle determinazioni analitiche sono restituiti in percento di sostanza
organica sul peso secco del sedimento.

      Le comunità macrobentoniche sono state studiate su campioni volumetrici di 50
litri, lavati su setacci con maglie da 1mm, secondo le metodiche classiche della scuola di
Endoume (Pérès & Picard, 1964 e successive integrazioni).

3. RISULTATI E DISCUSSIONE

3.1. Colonna d'acqua
      La struttura verticale delle masse d'acqua nell'area esaminata è caratterizzata dalla

presenza di acque atlantichc negli strati superficiali, con un minimo di salinità pari a
37.099 PSU (12C 0 m), e da acque di origine levantina oltre i 150 m di profondità (max
= 38.704 PSU Staz. 12C - 500 m). Le due masse d'acqua sono separate da uno strato
intermedio a marcato gradiente alino, che si colloca fra i 100 ed i 150 m (Fig. 2).
Nonostante la posizione marginale delle Isole Egadi, rispetto alla circolazione generale
del Canale di Sicilia, la stratificazione da noi rilevata è analoga a quella descritta da
Manzella et al. (1988) per quest'area. Infatti le acque levantine modificate, all'altezza di
Capo Lilibeo si biforcano in due rami, il più orientale dei quali devia verso NE,
interessando l'area delle Isole Egadi (Magazzù & Andreoli, 1972).

      La temperatura non mostra grandi oscillazioni fra il minimo di 13.88°C, rilevato
nella stazione 10A, ed il massimo di 15.27°C della stazione 14C, evidenziando una
situazione di generale omotermia.

      Il picnoclino determinato dal gradiente alino si posiziona generalmente fra i 100
ed i 150 m; mentre, in corrispondenza della stazione 9E, si registra un brusco
affondamento dell'isopicna di 28.8, che si sposta intorno ai 200 m di profondità.

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