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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali... OTTOBRE 1996 - La protezione dell'ambiente costiero ° Silvano Riggio *
                                                        caratterizzate da una certa eutrofizzazione. Anche qui si prospetta la creazione di
                                                        parchi marini all'isola dei Porri e all'isola delle Correnti, l'istituzione di un parco costiero
                                                        nell'area umida costiera di Vendìcari (oggi riserva naturale gestita dall'Azienda delle
                                                        foreste demaniali), il ripristino delle dune di Capo Passero e dei Macconi di Scoglitti con
                                                        la creazione di oasi litoranee, eccetera (Riggio e Massa, 1975).
                                                        La costa nord-occidentale e sud-orientale sono in conclusione le aree più vocate per
                                                        l'istituzione di riserve marine. E' in queste due aree che la prateria a Posidonia
                                                        oceanica mostra la maggiore continuità (Toccaceli e Riggio, 1987). I fondali compresi
                                                        fra lo Stagnone di Marsala e Capo Feto sono probabilmente quelli dove la prateria ha il
                                                        suo maggior rigoglio, con formazioni (atolli, tiger-reef, récif-barrière) di grandissimo
                                                        interesse. Lungo la costa meridionale essa è limitata a due fasce ristrette,
                                                        rispettivamente ad ovest di Capo San Marco e ad est della foce dell'Irminio.
                                                        I fondali del versante tirrenico centro-orientale, compresi cioè fra Termini Imerese e il
                                                        Golfo di Patti, hanno una bassa diversità biologica e scarso interesse naturalistico. Le
                                                        acque sono soggette a consistenti apporti tellurici che ne riducono grandemente la
                                                        trasparenza. All'estremità orientale del Golfo di Patti, Capo Milazzo è un biotopo di
                                                        grande diversità ed eterogeneità ambientale, già segnalato da Bombace (Bombace,
                                                        1969; 1970); biotopi interessanti sono anche lo scoglio del Cefalo e le lagune di
                                                        Tindari. Sono queste le uniche aree della costa tirrenica orientale per le quali si
                                                        raccomanda una tutela ambientale. Va tuttavia segnalato l'elevato valore paesaggistico
                                                        di gran parte della costa, nella quale si riscontrano tratti ricoperti da una
                                                        lussureggiante macchia e foresta sempreverde, ed ancora in discrete condizioni.
                                                        Lo Stretto di Messina presenta caratteristiche idrologiche ed idrodinamiche uniche, alle
                                                        quali sono legati fenomeni eccezionali, primo fra tutti lo spiaggiamento di pesci abissali
                                                        sul litorale presso Capo Faro. Di particolare interesse sono le aree umide costiere di
                                                        Capo Peloro, per le quali sono previste forme di tutela, che tuttavia devono prendere in
                                                        considerazione il grado parossistico di antropizzazione, l'uso produttivo e
                                                        l'inquinamento. I fondali dello Stretto sono popolati dalle bellissime foreste di
                                                        Laminarie (Giaccone, 1969) ed ospitano biocenosi con caratteri molto particolari, che
                                                        fortunatamente non corrono seri pericoli, a causa dell'elevatissima turbolenza.
                                                        La costa jonica a sud dello Stretto di Messina è una fascia rocciosa molto ristretta, che
                                                        scende a strapiombo, fortemente influenzata dalle correnti turbinose. I ristretti fondali
                                                        a sud di Messina sono ricoperti da chiazze discontinue di Posidonia oceanica,
                                                        localizzata sulle lenti sabbiose e su roccia. Al limite fra i Peloritani e il massiccio Etneo,
                                                        Capo Taormina, investito dalle correnti discendenti dallo Stretto, è un biotopo di
                                                        eccezionale interesse biologico, giustamente proposto per l'istituzione di una riserva
                                                        marina. Una notevole ricchezza biologica caratterizza anche le isole dei Ciclopi e la
                                                        costa antistante, che tuttavia è devastata dall'edilizia ed eutrofizzata dalla miriade di
                                                        scarichi domestici ed industriali. Lo spostamento del parco marino in corrispondenza
                                                        della Timpa di Acireale è motivato da principi di opportunità.
                                                        Il Golfo di Catania è una distesa fangosa priva di particolarità biologiche degne di nota,
                                                        sottoposta alla continua azione dello strascico. La foce del Simeto ha interesse in
                                                        quanto "zona umida costiera" e luogo di concentrazione dell'avifauna, in gran parte
                                                        snaturata dalla caotica proliferazione edilizia.
                                                        La costa agrigentina presenta scorci di grande interesse paesaggistico, a causa
                                                        dell'andamento scosceso delle alture gessose, solcate da profonde incisioni calanchive,
                                                        che incombono sulla strettissima fascia litoranea. La speculazione edilizia ha deturpato
                                                        gran parte della fascia costiera, distruggendo biotopi di grandissimo interesse come
                                                        Capo Rossello e la Scala dei Turchi, la foce del Belice, eccetera (Seminara, 1988).
                                                        Alcuni biotopi superstiti - per esempio la Foce del Platani (che però è fortemente
                                                        inquinata) meritano protezione, anche se i fondali non mostrano particolarità di rilievo.
                                                        Di interesse paesaggistico più che biologico è il tratto di mare antistante la costa di
                                                        Siculiana Marina, dove da decenni si lotta per sottrarre alla speculazione l'area
                                                        litoranea, una delle pochissime libere da insediamenti.

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