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ittica, in alcuni siti scelti tra quelli in cui sono stati sistemati nel giugno 2013 i
dissuasori antistrascico nell’isola di Favignana.
Risultati e analisi di contesto
Caratterizzazione del benthos
La prateria di Posidonia oceanica occupa buona parte dei fondali antistanti la costa
trapanese; costituisce un vero ecosistema, estendendosi da una profondità di 3/4 m
fino a oltre 40 m. A differenza degli svariati ambienti che caratterizzano la vita
sottomarina del bacino mediterraneo, il posidonieto non presenta tutti quei
microcosmi che si possono evidenziare in fondali rocciosi in presenza di una maggiore
o minore quantità di luce. Il posidonieto è pressoché omogeneo e si può suddividere in
soli due microcosmi: l’ambiente illuminato, in prossimità delle foglie, e quello in
ombra, che si crea in prossimità dei rizomi. Lo scarso sviluppo in profondità dei fondali
delle Isole e l’abbondanza di substrato molle determinano condizioni ottimali per
l’impianto di praterie di Posidonia oceanica; questa realtà vige molto evidente a
Favignana ricca di zone sabbiose.
Le unità vegetazionali del mesolitorale sono in vigore alla fine del periodo primaverile
e in autunno; in estate sono più frequenti alghe incrostanti del genere Lithophyllum.
Nel piano infralitorale superiore ritroviamo, generalmente, biocenosi fotofile a
Cystoseira amentacea var. stricta e Cystoseira brachycarpa a volte vicariata da alghe
tipiche di ambienti ben illuminati, quali C. balearica, Padina pavonica e Acetabularia
acetabulum.
A Marettimo, la Cystoseira amentacea var. stricta può essere vicariata da C.
mediterranea o da C. elegans in ambienti calmi privi di sedimentazione. C. amentacea
var. stricta è accompagnata da brevi tratti di C. zosteroides a Levanzo, e da C.
ercegovicii a Favignana. In questi stessi ambienti nei fondali di Favignana e Levanzo la
C. amentacea var. stricta è intervallata da angiosperme marine, in particolare P.
oceanica. Nell’area di Marettimo, a profondità superiori rispetto alla batimetria di 15-
20m, si osservano popolamenti fotofili tipici del piano infralitorale, in virtù della gran
trasparenza delle acque. (Relazione tecnico-scientifica propedeutica alla proposta di
aggiornamento dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”; 20XX).
Caratterizzazione del necton
Nell’infralitorale dell’area marina protetta ‘Isole Egadi’, sono state censite
complessivamente 40 specie ittiche, ed i labridi sono la famiglia più rappresentata con
12 specie (il 30% del numero totale di specie).
Nel complesso, la ricchezza specifica più elevata, con 36 specie, è stata registrata
nell’isola di Marettimo, seguita da Levanzo (34 specie) e Favignana con 24 specie. Le
specie con un valore medio di Fr% superiore al 75% (n=48) sono nell’ordine Chromis
chromis (97,22%) e quattro specie di labridi, Coris julis (95,14%), Symphodus tinca
(87,5 %), Symphodus ocellatus (84,72%) e Symphodus roissali (75,2%) (dati
progetto Vasta Egadi, 2002-2003).
Importanti sono da segnalare gli avvistamenti di Monachus monachus (Foca monaca)
registrati lungo le coste di Favignana e Marettimo, e sinora validati dall’ISPRA,
riguardanti gli anni 2001, 2002, 2004, 2006, 2010 e recentemente nell’estate 2013.
La presenza della foca monaca alle Egadi risale agli anni ’60, ma già negli anni ’80 era
stata dichiarata estinta in tutta Italia. Il suo avvistamento, quindi, indica il suo ritorno
dopo circa quarant’anni.
Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi