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La foca monaca del Mediterraneo è classificata come specie criticamente a rischio di
estinzione dall’IUCN, l’Unione Mondiale per la Natura, ed è inclusa nelle appendici di
Convenzioni internazionali e Direttive ed è pertanto una specie protetta.
In seguito al monitoraggio condotto negli ultimi 3 anni dai ricercatori dell’ISPRA e dal
personale dell’AMP circa la presenza di esemplari di Foca monaca nelle acque dell’area
marina protetta, l’arcipelago è stato perlustrato, in particolare nelle grotte più indicate
per il rifugio della foca, sono state posizionate alcune foto-trappole, apparecchi
fotografici non invasivi dotati di sensori di movimento. I risultati (foto e tracce
organiche, quali feci e pelo) documentano, su basi scientifiche certe, la frequentazione
e la permanenza della Foca monaca in Italia anche nei mesi invernali. Un dato
scientifico eccezionale, che presuppone forse la presenza di più esemplari e anche,
teoricamente, di possibili attività riproduttive.
Elementi del paesaggio naturale
Estratti dal “Piano di Gestione del Sito “Natura 2000” ISOLE EGADI” rev 2.00 del
20/07/2009.
Favignana risulta ospitare decine di comunità vegetali riferibili a ben 26 classi
fitosociologiche differenti. Particolarmente ampia appare la superficie degli incolti e
delle praterie. Le cenosi afferenti alla prima categoria appaiono distribuite in maniera
quasi continua, mentre la prateria, come del resto tutti i consorzi tipici degli ambienti
umidi temporanei o salmastri, mostra un elevato (e preoccupante) grado di
frammentazione. Gli aspetti più maturi di macchia termoxerofila locale vanno riferiti al
Rhamno alaterni-Euphorbietum dendroidis subass. rhamnetosum oleoidis
(corrispondente all’habitat 5331) e, limitatamente ai contesti più caldo-aridi e
soleggiati coincidenti con i versanti meridionali e sudoccidentali delle principali cime
del sistema collinare centrale, al Periploco angustifoliae-Euphorbietum dendroidis
(corrispondente all’habitat 5334). Negli oliveti in evoluzione che caratterizzano ampie
superfici terrazzate sulle pendici del sistema collinare si è affermata una macchia
termofila discontinua in cui predomina il lentisco (corrispondente all’habitat 5330).
Levanzo ospita decine di comunità vegetali, riferibili a 19 classi fitosociologiche
differenti e, come già evidenziato a proposito di Favignana, è caratterizzata da
un’ampia superficie caratterizzata da incolti e praterie. Le cenosi afferenti ad
entrambe tali categorie appaiono distribuite in maniera quasi continua, mentre i
rimboschimenti mostrano un elevato grado di frammentazione. L’isola è caratterizzata
da un complesso di comunità vegetali molto simile a quello già descritto per
Favignana. La scarsa presenza di rupi con un significativo sviluppo verticale giustifica
la minore ricchezza e rappresentatività delle comunità rupestri locali, mentre il minore
disturbo antropico e da pascolo consente una maggiore ampiezza, varietà, integrità e
ricchezza floristica delle formazioni camefitiche di gariga (Micromerio fruticulosae-
Ericetum multiflorae subass. typicum e subass. rosmarinetosum officinalis,
aggruppamento a Thymelaea hirsuta e Corithymus capitatus e aggruppamento a
Cistus sp. pl.).
Marettimo è interessata da ben 20 classi fitosociologiche differenti. Le cenosi
afferenti a queste due categorie caratterizzano le zone contigue all’abitato e
corrispondono ad incolti più o meno evoluti. La bassa incidenza delle formazioni
prative è sintomo dell’elevatissimo grado di naturalità complessiva dell’isola. Sin dal
livello del mare si riscontrano infatti aspetti integri ed espressivi di vegetazione
camefitica delle rocce costiere (Limonietum tenuiculi), di gariga litoranea riferita
all’associazione endemica Senecioni bicoloris- Helichrysetum messerii (habitat 5320),
di gariga (habitat 5430), di macchia termoxerofila a prevalenza di lentisco o di
Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi