Page 89 - TASK4_2014
P. 89

89



            La foca monaca del Mediterraneo è classificata come specie criticamente a rischio di
            estinzione dall’IUCN, l’Unione Mondiale per la Natura, ed è inclusa nelle appendici di
            Convenzioni internazionali e Direttive ed è pertanto una specie protetta.
            In seguito al monitoraggio condotto negli ultimi 3 anni dai ricercatori dell’ISPRA e dal
            personale dell’AMP circa la presenza di esemplari di Foca monaca nelle acque dell’area
            marina protetta, l’arcipelago è stato perlustrato, in particolare nelle grotte più indicate
            per  il  rifugio  della  foca,  sono  state  posizionate  alcune  foto-trappole,  apparecchi
            fotografici  non  invasivi  dotati  di  sensori  di  movimento.  I  risultati  (foto  e  tracce
            organiche, quali feci e pelo) documentano, su basi scientifiche certe, la frequentazione
            e  la  permanenza  della  Foca  monaca  in  Italia  anche  nei  mesi  invernali.  Un  dato
            scientifico  eccezionale,  che  presuppone  forse  la  presenza  di  più  esemplari  e  anche,
            teoricamente, di possibili attività riproduttive.


            Elementi del paesaggio naturale
            Estratti  dal  “Piano  di  Gestione  del  Sito  “Natura  2000”  ISOLE  EGADI”  rev  2.00  del
            20/07/2009.

            Favignana  risulta  ospitare  decine  di  comunità  vegetali  riferibili  a  ben  26  classi
            fitosociologiche  differenti.  Particolarmente  ampia  appare  la  superficie  degli  incolti  e
            delle praterie. Le cenosi afferenti alla prima categoria appaiono distribuite in maniera
            quasi continua, mentre la prateria, come del resto tutti i consorzi tipici degli ambienti
            umidi  temporanei  o  salmastri,  mostra  un  elevato  (e  preoccupante)  grado  di
            frammentazione. Gli aspetti più maturi di macchia termoxerofila locale vanno riferiti al
            Rhamno       alaterni-Euphorbietum        dendroidis     subass.     rhamnetosum        oleoidis
            (corrispondente  all’habitat  5331)  e,  limitatamente  ai  contesti  più  caldo-aridi  e
            soleggiati  coincidenti  con  i  versanti  meridionali  e  sudoccidentali  delle  principali  cime
            del  sistema  collinare  centrale,  al  Periploco  angustifoliae-Euphorbietum  dendroidis
            (corrispondente all’habitat 5334). Negli oliveti in evoluzione che caratterizzano ampie
            superfici  terrazzate  sulle  pendici  del  sistema  collinare  si  è  affermata  una  macchia
            termofila discontinua in cui predomina il lentisco (corrispondente all’habitat 5330).
            Levanzo  ospita  decine  di  comunità  vegetali,  riferibili  a  19  classi  fitosociologiche
            differenti  e,  come  già  evidenziato  a  proposito  di  Favignana,  è  caratterizzata  da
            un’ampia  superficie  caratterizzata  da  incolti  e  praterie.  Le  cenosi  afferenti  ad
            entrambe  tali  categorie  appaiono  distribuite  in  maniera  quasi  continua,  mentre  i
            rimboschimenti mostrano un elevato grado di frammentazione. L’isola è caratterizzata
            da  un  complesso  di  comunità  vegetali  molto  simile  a  quello  già  descritto  per
            Favignana. La scarsa presenza di rupi con un significativo sviluppo verticale giustifica
            la minore ricchezza e rappresentatività delle comunità rupestri locali, mentre il minore
            disturbo antropico e da pascolo consente una maggiore ampiezza, varietà, integrità e
            ricchezza  floristica  delle  formazioni  camefitiche  di  gariga  (Micromerio  fruticulosae-
            Ericetum  multiflorae  subass.  typicum  e  subass.  rosmarinetosum  officinalis,
            aggruppamento  a  Thymelaea  hirsuta  e  Corithymus  capitatus  e  aggruppamento  a
            Cistus sp. pl.).
            Marettimo  è  interessata  da  ben  20  classi  fitosociologiche  differenti.  Le  cenosi
            afferenti  a  queste  due  categorie  caratterizzano  le  zone  contigue  all’abitato  e
            corrispondono  ad  incolti  più  o  meno  evoluti.  La  bassa  incidenza  delle  formazioni
            prative è sintomo dell’elevatissimo grado di naturalità complessiva dell’isola. Sin dal
            livello  del  mare  si  riscontrano  infatti  aspetti  integri  ed  espressivi  di  vegetazione
            camefitica  delle  rocce  costiere  (Limonietum  tenuiculi),  di  gariga  litoranea  riferita
            all’associazione endemica Senecioni bicoloris- Helichrysetum messerii (habitat 5320),
            di  gariga  (habitat  5430),  di  macchia  termoxerofila  a  prevalenza  di  lentisco  o  di

                                        Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi
   84   85   86   87   88   89   90   91   92   93   94