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2.2 Programma di Contabilità Ambientale nelle aree marine protette italiane
Le aree marine protette solitamente vengono istituite con l’intento di salvaguardare e preservare
la biodiversità, sebbene il loro ruolo possa essere inteso in maniera più ampia, considerando il
patrimonio ambientale tutelato in un’ottica orientata alla quantificazione e alla valutazione dei
beni e servizi ecosistemici da essa forniti sia a livello locale (es. risorse ittiche fornite) sia su scala
più ampia (es. modificazione dei cicli biogeochimici, produttività primaria globale) ed
eventualmente orientandone le pratiche gestionali al fine di migliorarne la quantità e la qualità. A
tale proposito il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) nel
2014 ha disposto alcune linee guida nell’ambito del programma denominato “Contabilità
ambientale nelle aree marine protette italiane” che prevede la quantificazione del valore fisico e
monetario del patrimonio ambientale delle AMP monitorandone le variazioni dei flussi, intesi
come investimento fatto dalla natura in termini di risorse impegnate, a sostegno del capitale
naturale presente. È possibile identificare un patrimonio ambientale di base costituito dalle
strutture e dai processi ecosistemici attraverso i quali si originano le funzioni ecosistemiche in
grado di fornire quei beni e servizi che possono contribuire anche al benessere umano.
Tuttavia, è necessario tener conto di come le pressioni antropiche su scala locale e globale
possano incidere sulle risorse naturali disponibili, quantificandone i costi ambientali che ne
conseguono per poter indirizzare correttamente i piani d’intervento da parte di amministratori e
gestori locali.
Figura 5 Relazioni tra ecosistemi, servizi ecosistemici e sistema antropico
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