Page 32 - ValutazioneRiservaIsoleEgadiVASTA-EGADI
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(Tab. 3.2.1). In questa categoria rientrano anche tutte le specie chiave3, che
nella moderna conservazione della natura tendono a sostituire
concettualmente ed operativamente la biodiversità generale per la sua
difficile – ed, a volte, impossibile - definizione.
b – le specie di particolare interesse conservazionistico. In questa
categoria rientrano, invece, tutti i taxa considerati minacciati o in via di
estinzione per il Mediterraneo e presenti nella “Liste révisée des espèces en
danger et menacées (marines et saumatres) en Mèditerranée” del 1996
(Tab. 3.2.2).
La descrizione delle comunità bentoniche da parte di operatori che non
possiedono buone conoscenze tassonomiche, rende necessaria la
classificazione dei componenti secondo criteri morfologici e funzionali
all’interno di unità tassonomiche operative (OTUs). Applicato in origine nello
studio di ecosistemi tropicali, caratterizzati da elevati livelli di biodiversità, il
concetto di OTUs è oggi di uso comune anche in ambienti temperati, in tutti
quei casi in cui la determinazione dei taxa a livello di specie risulti difficile o
irrilevante ai fini della ricerca. Il censimento visivo diretto permette di
identificare in campo solamente le “specie cospicue”, spesso dominanti per
abbondanza, ricoprimento e biomassa, facilmente riconoscibili per le grandi
dimensioni e per caratteristiche morfologiche peculiari. Le specie criptiche,
ovvero non distinguibili dal punto di vista morfologico ma dotate di apparati
3 La migliore definizione di quelle che vengono chiamate anche “specie focali” testualmente comprende le specie
ombrello, ovvero le specie “notevoli” (nel senso estetico o dimensionale del termine), caratteristiche di una data
comunità, la cui salvaguardia assicura la protezione dell’intera comunità, composta da numerose specie meno
cospicue o meno note. Esempi tipici possono essere Posidonia oceanica, la cui protezione dovrebbe assicurare la
salvaguardia di tutta la comunità associata, o Lithophaga lithophaga per i fondi duri. Non è necessario che le specie
ombrello possiedano un ruolo ecologico importante. Anche le specie bandiera rientrano tra quelle “focali” e sono
specie che servono ad aumentare la consapevolezza della conservazione tra la gente comune o tra i politici.
Devono essere appealing per la maggior parte delle persone, con una tassonomia ben conosciuta e con molte
specie facili da riconoscere. Anche in questo concetto non si presuppone nulla che riguardi l’importanza ecologica
della specie. Caso esemplare potrebbe essere quello di Epinephelus marginatus ad Ustica o Caretta caretta a
Lampedusa. Spesso la specie bandiera viene usata come blasone dell’AMP. Più complicato si fa il discorso per
definire le specie chiave. Con questo termine, infatti, generalmente si comprendono almeno 3 concetti diversi, tutti
relativi a specie importanti da un punto di vista ecologico. Gli habitat formers (formatori, costruttori di habitat) sono
tutte quelle specie che caratterizzano un dato habitat (nel senso anglosassone di “comunità” o “biotopo”) e che
forniscono risorse aggiuntive come il rifugio o il riparo. Tutti i vegetali marini sono habitat formers, così come le
gorgonie, i vermeti, i madreporari e le fanerogame. Il ruolo ecologico è, in questa definizione, ben esplicito. Gli
habitat engineers (traduzione libera: modificatori di habitat) sono specie che per la loro struttura o il loro
comportamento aumentano la complessità dell’habitat (sempre nel senso anglosassone del termine). Sono specie
di particolare interesse conservazionistico. Caso classico è rappresentato dai reef a molluschi vermetidi o, come
sempre, da Posidonia oceanica. Le specie keystone (o chiave di volta, non cardine) sono dei predatori la cui
attività è cruciale nel determinare la composizione in specie ed il funzionamento della comunità, riducendo o
eliminando la monopolizzazione di una risorsa da parte di una preda avente capacità competitive superiori a quelle
di altre specie. Per il Mediterraneo l'arduo ruolo di specie keystone è stato descritto solamente per Paracentrotus
lividus in particolari condizioni.
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