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inoltre da aggiungere anche l'Aquila del Bonelli (Hieraaefusfasciafus), il Falco pellegrino (Falco

pergrinu~),il Rondone pallido (Apus pallidus), ecc. In particolare, per l'Aquila del Bonelli la

stazione di Marettimo comprende uno dei siti riproduttivi fra i più inaccessibili all'uomo. Per

quanto riguarda l'uccello delle tempeste, la colonia nidificante sull'isola è invece da considerarsi

a rischio, in quanto ormai concentrata in un solo antro naturale con unico sbocco a mare,

fortunatamente poco accessibile per le imbarcazioni; infatti, il disturbo arrecato da queste ultime

alle altre grotte, dove la specie si riproduceva con sicurezza fino agli anni settanta, ne ha

determinato il definitivo abbandono (-P,  1970; MASSA,1973).

A Marettimo sono diffusi due interessanti gasteropodi endemici (Siciliaria scarificata e

Oxychilus denatale); fra gli insetti esclusivi del171sola,figurano i tenebrionidi Cylindronotus

ruffoi e Allophylax costatipennis godenigoi. Altri insetti particolarmente rari, in comune con

l'isola di Levanzo e con altre aree della Sicilia, sono il cerambicide Parmena subpubescens e

l'ortottero Acipe lzesperica galvagnii.

L'Isolamento di Marettimo ha permesso anche qualche processo di subspecificazione tra i

vertebrati; ne è esempio il roditore Apodemus sylvaficus, probabilmente differenziatosi a livello

subspecifico, e un sauro, rappresentato con la sottospecie endemica Podarcis wagleriana

maretf imerrsis.

L'liso del territorio
    La presenza dell'uomo sul171soladi Marettimo risale ad epoche assai remote; le indagini

archeologiche sul sito delle Case Romane, infatti, denotano come il primo nucleo costituisse un
edificio militare fatto costruire da Sesto Pompeo nel 36 a.C. Interessante è pure la presenza di un
complesso sistema di convogliamento e raccolta delle acque prossimo alla stessa costruzione
romana; esso viene fatto risalire al IV-V secolo d. C,, epoca in cui ci fu un'intensa frequentazione
dell'isola in quanto posizione di scalo quasi obbligato lungo le rotte per l'Africa. Non è poi da
escludere un nesso fra l'antico nome "Hiera" (in greco "sacra") e le emergenze monumentali, con
una caratterizzazione sacra accentuata nei secoli con la costruzione della chiesetta medievale che
rientra nell'ambito dell'architettura brasiliana dell'undicesimo secolo.

    Come tramandato dalle fonti arabe del dodicesimo secolo, l'isola era data per "selvaggia e
deserta, ricca di pozzi, animali selvatici e dotata di un porto. I1 tutto creava le condizioni ideali
per la conduzione di una vita ascetica".

    Il complesso archeologico di Punta ~ r o i avenne costruito dai saraceni come torre di

awistamento; contro gli stessi venne in seguito usato da Ruggero II, re di Sicilia. La nascita

dell'attuale centro abitato risale, invece, al periodo fra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo
d.C., in seguito a flussi migratori dalle coste siciliane.
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