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NOTE


                (')  G.  PITRÈ,  La  famiglia,  la  casa,  la  vita  del  popolo  siciliano,  Reber,  Palermo,  J 913,  pp
           393-404;  S.  LA  SoRSA,  Pescatori  siciliani,  in  « Lares »,  1936,  VII,  pp.  253-265.
                e)  Cfr.  G.  MILONE,  L'a"'a  dello  sviluppo  industriale  nel  trapanese  e  l'indliSiria  del/cl
           pesca,  in  «Rassegna  mensile  della  provincia  di  Trapani»,  IX,  1961,  pp.  10·16.
                e)  l  produttori  sono  garantiti  dai  rischi  delle  fluttuazioni  del  mercato  poiché  all'ini·
           zio  dell'anno  viene  stabilito  il  prezzo  minimo  di  vendita  del  pescato.  Al  di  sotto  di  questa
           cifra  il  pescato  viene  ritirato  ed  ai  pescatori  viene  data  la  compensazione  finanziaria  AlMA
           ( =  il  66%  del  prezzo  del  ritiro).  In  Italia  altre  cooperative  di  questo  tipo  si  sono  costituite
          a  Rimini,  Viareggio,  Livorno,  Ravenna,  Salerno  (limitatamente  al  tonno).
                (~)  Che  bella  vita  fanno  i  pescatori  l  che  si  levarono  l'abitudine  di  vogare  l  quando
          accendono  i  motori  l  si  mettono  tutti  a  poppa  a  guardare.  l  Ma  essi  sono  contenti  di  guardare
          l  i  motori,  l  andate  a  Marettimo  a  mangiare  l  il cicireddu  (pesciolini  piccoli)  l  A  sera  quando
          ritornano  i  « tartaruna »  l  andatevi  a  comprare  i  <(  ritunni »,  l  quando  sentite  quel  bel  sa·
          pore  l  la  carne  la  lasciate  dentro  i  forni.
                (5)  Mentre  i  pesci  discorrevano  un  sarago  diceva:  «Figlio  mio,  quando  vedi  l'amo  non
          devi  abboccare  perché  c'è  l'amo,  resti  impigliato  e  ti  prendono».  Mentre  parlava  così  e  fa-
          ceva  queste  raccomandazioni  venne  un  uomo  con  il  riz.zagghiu,  gli  diede  un  colpo  di  riz.zagghitl
          e  restò  sotto la  rete  pure  lui.  <(  Papà!  ».  <(  Eh,  figlio  mio,  questo  è  un  colpo  di  rizzagghiu.  Tuono
          dell'aria!  ».
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               ( )  B.  MALINOWSKI,  Culture,  in  « Encyclopaedia  of  the  Social  Sciences ~>,  vol.  IV,  pp.
          62l·<t5,  cii.  in  P.  RosSI,  Il  concetto  di  cultura,  Einaudi,  Torino,  1970,  p.  136.
                n Cfr.  M.  GoDELIER,  L'antropologia  economica,  in  AA.VV.,  Antropologia  culturale,
          Sansoni,  Firenze,  1973,  pp.  175-176:  <(Il  processo  di  produzione  si  può  definire,  da  un  punto
          di  vista  formale,  come  la  combinazione  di  forze  produttive  e  di  rapporti  di  produzione  fra
          gli  uomini.  Col  termine  forza  produttiva  si  designano  tre  categorie  di  realtà  che  il  processo
          di  produzione  suppor.e  e  combina  fra  loro:  un  in~ieme di  riwrse,  di  oggetti,  sui  quali  agisce
          il  lavoro,  un  insieme  di  mezzi  attraverso  i  quali  gli  uomini  agiscono  su  quelle  risorse,  e  infine
          l'attività  personale,  o  lavoro  propriamente  detto,  degli  uomini  che  agiscono  sulle  risorse  per
          mezzo  di  strumenti».
               ( )  K.  MARX,  Lim:amenti  fondameli/ali  per  la  critic:,1  dell'economia  p~litica,  La  Nuova
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          Italia,  Firenze,  1970,  vol.  Il,  p.  117.
               ( )  Ora  vi  parlo  dei  padroni  dei  motori  l  che  disprezzano  i  marinai  l  se  un  marinaio
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          parla  e  dice  una  parola:  l  «pigliati  la  coperta  e  scenditene  subito».  l  I  padroni  vanno  già
         pregando  i  marinai  l  si  ci  vanno  inginocchiando  e  come  possono  fare  l  che  non  hanno  ma-
         rinai  e  non  possono  andare  per  mare.  l  Scrivono  a  Trapani  per  trovare  un  motorista  l  fanno
         un  telegramma  e  non  possono  trovare  un  lampista,  l  pezzi  di  fetenti  che  si  mangiavano  le
         uova  l  e  i  marinai  li  lasciavano  tutti  digiuni.  l  Ora  finisce  e  termina  la  storia  dei  padroni,  l
         i  marinai  riportarono  vittoria.
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               e )  K.  MARX,  Il  Capitale,  Editori  Riuniti,  Roma,  t.  I,  p.  214:  ((  I  mezzi  di  lavoro  non
         servono  soltanto  a  misurare  i  gradi  dello  sviluppo  della  forza  lavorativa  umana,  ma  sono  an-
         l.'he  indici  dei  rapporti  sociali  nel  cui  quadro  viene  compiuto  il  lavoro»;  e  p.  213:  <<Il  mezzo
         di  lavoro  è  una  cosa  o  un  complesso  di  cose  che  il  lavoratore  inserisce  fra  sé  e  l'oggetto  del
         lavoro,  che  gli  servono  da  conduttore  della  propria  attività  su  quell'oggetto».







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