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mare viene benedetto dal marettimano che impersona S. Giuseppe nella sacra
rappresentazione che raffigura la ricerca dell'alloggio da parte di Gesù, Giuseppe e
Maria. Le grazie fatte dal santo sono, nella maggior parte, connesse con la vita
del pescatore; riguardano, infatti, barche in pericolo nella tempesta e che stanno
per affondare, marinai che si salvano a stento. Inoltre sussiste la credenza che i
panini (panuzzi) che vengono benedetti e distribuiti il 20 marzo nella misura di
tre per ogni nucleo familiare, gettati in mare durante la tempesta da un primoge-
nito, possano calmare le onde. Per tradizione i panini sono conservati sulle barche,
soprattutto le più grandi che maggiormente si allontanano dall'isola, perciò nei
tempi passati erano dati solo ai loro proprietari.
Molte barche sono denominate con il nome di santi o della Madonna (Maria
SS. delle Graz:e, S. Giuseppe, S. Francesco di Paola, S. Francesco, Maria del
Monte Carmelo) . Ma la dimensione religiosa è presente anche nell'atto di calare la
rete, come si può notare da questa intervista (effettuata il 26-6-76): «Quando
buttiamo la rete a mare, se non si dice il nome del Signore non la buttiamo. Ab-
biamo l'usanza che ci viene dagli antichi di dire 'molla in nome di Dio', dopo,
quando si arriva al centro della rete, allora si dice 'Santissimo Sacramento vieni
al centro della rete' e tutti gli altri dell'equipaggio lo ripetono ».
Come notavamo precedentemente, le tecniche della pesca presuppongono una
organ:zzazione del lavoro sulla quale sarebbe necessario soffermarsi più a lungo
se limiti di spazio e di tempo non lo impedissero. Come è noto la produzione ma-
teriale non consiste soltanto nel rapporto degli uomini con la natura, rapporto che
si avvale di adeguati mezzi di lavoro che consentono all'uomo di utilizzare le ri-
sorse naturali, ma anche nel rapporto di produzione degli uomini fra loro (1). Una
attività collettiva come la pesca presuppone un 'organizzazione del lavoro in base
a ruoli prefissati che stabiliscono le mansioni del capopesca, del capitano, del
motorista e dei marinai e conseguentemente una gerarchia interna alla vita mari-
nara, che è in rapporto con la stratificazione sociale del luogo. Tale organizzazione
comprende anche i contratti della pesca (rispetto agli utili e alle spese) e la ven-
dita del pescato). Nel nostro caso, essa deve essere riportata ai tipi di pesca pra-
ticati dai marettimani. Per la p:ccola pesca non si può parlare di una suddivisione
di compiti prefissati perché essa è limitata a 2-3 unità riportabili nell'ambito fa-
miliare.
La pesca a strascico è esercitata su motopescherecci da 3-4 uomini uniti, per
lo più, da vincoli familiari naturali o acquisiti; tra essi uno è addetto al timone
(capitano), l'altro ai motori (motorista), due a poppa provvedono a calare la rete
con le attrezzature meccaniche. Dopo aver calato la rete il capitano lascia il ti-
mone al capopesca al quale spetta il compito di dirigere il motopeschereccio nei
luoghi che egli ritiene più pescosi o più indicati per quel tipo di pesca. Dopo 2-3
ore di rimorchio si inizia a salpare la rete: due stanno al verricello ed uno a poppa.
Il capopesca segnala come devono virare ed ind"ca l'avvicinarsi dei divergenti
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