Page 17 - tesi monica
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RussoMo2nM0ioc0na4icRaussostress non è sensibile a quello stress, riesce cioè a tollerarlo. Inoltre una
componente ecologica che è sensibile ad uno stress, per cui ha una bassa
probabilità di esposizione, non può essere definita vulnerabile.
Uno strumento in uso oggi per poter valutare la vulnerabilità di un sistema
sono gli indicatori biologici. Secondo BLANDIN (1986) un indicatore
biologico è “un organismo o un gruppo di organismi che con una risposta a
livello biochimico, citologico, fisiologico o ecologico permette di
caratterizzare, in modo pratico e sicuro, lo stato di un ecosistema o di un
ecocomplesso (inteso come un insieme localizzato di ecosistemi
interdipendenti, modellati da una storia ecologica comune) e di
evidenziarne, il più precocemente possibile, le probabili alterazioni”. Quindi,
a seconda dei casi, un bioindicatore può essere una comunità, una
popolazione, un singolo organismo o anche solo una porzione di esso. I
requisiti di un buon indicatore sono: facilità di impiego, buon potere
discriminante, affidabilità, vasto areale di distribuzione. Nel caso di ambienti
particolari come quelli delle grotte un indicatore di particolare interesse può
essere il madreporario Astroides calycularis (Pallas 1766). Più volte è stato
valutato un buon indicatore biologico della conservazione del litorale e della
purezza delle acque in quanto normalmente si trova in zone meno soggette a
disturbo antropico ed esposte a ricambio continuo di acque (RELINI, 1999).
Quando più indicatori vengono combinati nascono gli indici biotici.
(BELLAN, 1993). Questi sono espressioni numeriche codificate, che integrano
la risposta di più indicatori con diversa sensibilità nei confronti delle
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