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Le attività economiche dell’arcipelago delle Egadi erano principalmente
collegate alla pesca e alla lavorazione e commercializzazione del pescato.
Nel corso degli anni l’analisi economica delle Egadi ha subito una serie
di evoluzioni e, oggi, l’attività economica maggiormente redditizia nelle
isole è quella del turismo e dei suoi servizi annessi. Il turismo ha inoltre
favorito una crescita nel settore edile (costruzione di immobili e strutture
ricettive). Favignana, l’isola più antropizzata e con un numero maggiore
di affluenza turistica, è sempre stata l’isola più rilevante dal punto di vista
economico e amministrativo. In essa persistono le storiche e tradiziona-
li attività di agricoltura e allevamento, anche se con evidente tendenza
all’abbandono.
11.1 Storia economica dell’arcipelago delle Egadi
L’arcipelago delle isole era noto ai Greci come Aegatae, ossia isole delle
capre; probabilmente per l’abbondante presenza di capre selvatiche sul
territorio. Sin da allora, le isole non erano considerate un territorio pro-
ficuo ed erano perlopiù disabitate .
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Geograficamente ridotte e con relativamente limitate risorse, le Egadi re-
steranno deserte e prive di popolamento stabile anche nel periodo medio-
evale. L’arcipelago, proprio per la sua posizione strategicamente favore-
vole, è sempre stato un imperativo necessario per chi deteneva il potere
marittimo. Le isole, infatti, erano sfruttate per occultare navi nemiche e
per l’approvvigionamento di scorte quali: acqua, legname, pietra da co-
struzione e alghe coloranti .
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Per ricostruire la storia economica delle Egadi bisogna, appunto, tenere
in considerazione le differenti svolte impresse dal processo di antropizza-
zione; iniziato nel XVII secolo (con l’acquisto delle isole da parte di Camil-
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lo Pallavicino e l’impianto del primo nucleo abitativo) .
Dal 1675, con la colonizzazione dell’isola, si avviò un vero e proprio “pia-
no agrario” e l’inserimento di bestiame da allevamento . Già a metà dal
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XVIII secolo, il territorio era in grado di fornire quanto necessario al sod-
disfacimento della popolazione insediativa. Numerose erano le coltiva-
zioni di frutta e verdura, gran parte del nutrimento si poteva ricavare dal
gran pascolo e, infine, alle spalle della montagna (nella pianura denomi-
nata “Bosco”), il terreno argilloso aveva favorito l’inserimento di vigneti .
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Il vino prodotto nell’isola di Favignana era consumato localmente. Levan-
zo rimase disabitata, ma la famiglia Pallavicino investì in tale territorio
un cospicuo capitale per la coltivazione di 96.000 viti; avviando così una
analisi economica/ 157