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produzione vinicola per la spedizione del prodotto a Genova. Tale attività
                                fu in seguito proseguita dai Florio. L’attività agricola era in crescita, e nel
                                1817 il 97% del territorio era impiegato nella coltivazione da frumento, e
                                arboree nella restante parte.
                                Un quarto di secolo dopo, la cerio cultura scende coprendo l’84% di colti-
                                vato a favore di una più variegata coltivazione in frutteti, vigneti, ficodin-
                                dieti e orti annessi a case . La famiglia dei Pallavicino fu capace di ren-
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                                dere l’isola di Favignana autarchica, con la possibilità di esportare alcuni
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                                Nel 1874, con la famiglia Florio, le Egadi godettero del loro miglior pe-
                                riodo. Una gran parte della popolazione, veniva assunta stagionalmente
                                per la pesca del tonno e della sua lavorazione nel periodo di mattanza.
                                Per l’arcipelago furono anni in cui furono realizzate stagioni di pesca
                                memorabili; in particolare nel 1891, su 27.000 quintali di tonno pesca-
                                to nelle otto tonnare trapanesi (Castellammare del Golfo, Magazzinazzi,
                                Secco, Scopello, Bonagia, Asinelli, Formica e Favignana) il 74% prove-
                                niva appunto da quelle dei Florio . Negli anni successivi, ad eccezione
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                                di qualche annata particolarmente negativa, le catture del tonno hanno
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                                quel momento l’attività economica relativa alla pesca era legata al lavoro
                                della Tonnara; pochissimi altri pescatori erano interessati alla vendita di
                                pescato misto a livello locale.
                                Nel periodo del dopo guerra, non ricevendo i sussidi necessari, l’agricol-
                                tura cominciò a vivere un periodo di crisi. Al fenomeno dell’abbandono
                                delle campagne ebbe un ruolo decisivo la mobilità.
                                L’anno 1963 segna una svolta significativa per l’arcipelago, che vide il pas-
                                saggio dal mezzo di trasporto lento (lo schifazzo impiegava tre ore a cor-
                                sa) a quello veloce (aliscafo impiega 40 minuti).
                                Con la possibilità di un maggiore contatto con la terraferma si ebbe una
                                drastica evoluzione dell’isola.
                                Il pescato era più redditizio e si poteva vendere nelle provincie di Trapani
                                e Marsala; questo fattore fu la causa della transizione della maggior parte
                                dei contadini in pescatori e il diffondersi dell’attività di piccola pesca pro-
                                fessionale. In concomitanza, la diffusione della mobilità veloce permise
                                a poco a poco la conoscenza di tale realtà insulare fino allo sviluppo della
                                prima forma di turismo.
                                Negli anni successivi, con l’incremento del turismo, si sviluppo una vera
                                e propria visione imprenditoriale turistica: si realizzarono le prime strut-
                                ture ricettive e la nuova categoria di alberghi e ristoranti.
                                Nasce la nuova economia turistica.













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