Page 267 - tesi_realmuto_2019
P. 267

contrastanti tra animai e culture . Poiché gli arbusti sono più bassi ri-
                                                                 19
                                spetto agli alberi, i suoi frutti sono facilmente raggiungibili agli animali,
                                sarà quindi necessario interrompere l’azione di pascolo nella fase di ger-
                                mogliazione e crescita . Attraverso l’inserimento di ricoveri il pollame
                                                      20
                                potrà trovare riparo nella notte . Sono inoltre necessarie delle recinsioni
                                                              21
                                perimetrali.

                                Recinzioni naturali
                                Le nuove recinzioni devono necessariamente risultare coerenti con il pa-
                                esaggio naturale insulare. Occorre, inoltre, che esse siano percepite come
                                elementi funzionali alle coltivazioni stesse . Una possibile soluzione è,
                                                                          22
                                quindi, quella di riprendere una tipologia di recinsione riconducibile alla
                                tradizione costruttiva locale, la quale prevedeva l’uso di piante arbustive.
                                I filari di Opuntia ficus, noti con il nome di ficodindia, infatti sono da
                                sempre stati utilizzati come divisori tra le proprietà agricole. In particolar
                                modo, nelle Isole Egadi svolgevano un’azione di barriera contro il vento
                                ricco di salsedine ed il pascolo. L’elevata capacità di resistere alle elevate
                                temperature (anche oltre i 45 °C) ha permesso la persistenza di tali piante
                                nei terreni delle Egadi, nonostante le condizioni pedoclimatiche avverse.
                                È quindi necessario sostituire le attuali coltivazioni abbandonate e disse-
                                minate territorialmente, con veri e propri nuovi impianti da parte delle
                                aziende. Queste potranno usufruire della doppia azione di recinsione e
                                produttività tipica della pianta stessa. Inoltre, la coltivazione di filari di
                                Opuntia ficus generano quantità interessanti di “scarti” (frutti prematuri
                                e cladodi in eccesso, asportati dall’azione di potatura della pianta) che
                                attraverso l’approccio sistemico possono interagire con le altre attività lo-
                                cali.


                                Scarti organici
                                Al fine di realizzare un sistema virtuoso, volto al miglioramento della so-
                                stenibilità  dell’intera  filiera,  particolare  rilevanza  assumono  le  attività
                                connesse alla gestione dei residui di potatura del vigneto.
                                Nella filiera lineare insulare questi vengono tradizionalmente bruciati in
                                campo, un’operazione ecologicamente scorretta, sia per la produzione ed
                                emissioni di fumi, sia a causa della non valorizzazione della sostanza or-
                                ganica.
                                I residui di potatura, infatti, possono essere utilizzati per la produzione di
                                compost e/o per la formazione di pacciamatura da porre ne giardini ortivi
                                in modo da proteggere le colture dall’eccessiva insolazione.
                                Un’alternativa al loro impiego è, inoltre, la produzione di energia come
                                biomassa.  Tali residui (ovviamente  con produzione variabile) possono
                                ammontare ad un paio di tonnellate per ettaro. Anche la resa energetica
                                varia in funzione di differenti fattori; ma generalmente si stima a 0,5-0,9
                                tonnellate di gasolio per un totale di biomassa compreso tra 1,5 e 3 ton-
                                nellate .
                                       23




        270 /approccio sistemico
   262   263   264   265   266   267   268   269   270   271   272