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15.3.7 Frutta e verdura - filiera sistemica
Fin dai tempi più remoti le cave abbandonate erano trasformate in giardi-
ni. Infatti, portata a termine l’attività estrattiva, la coltivazione nelle cave
diveniva una vera e propria economia di sussistenza della classe operaia .
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Oggi, al fine di rendere possibile un sufficiente sviluppo del campo or-
to-fruttifero è necessario intensificare e diffondere tale pratica.
Le cave, infatti, permettono di ovviare a gravi problemi caratteristici dei
territori insulari: la grande esposizione a venti ricchi di salsedine. Tali
venti provocano gravi danneggiamenti alle piante e ai frutti, specie nei
periodi di germoglio. Inoltre, l’attività di coltivazioni nei terrazzamenti
naturali delle cave può favorire l’approvvigionamento idrico. Le piante,
grazie substrato calcareo e poroso, riescono facilmente a rinvenire l’acqua
sotterranea dalle falde freatiche. Questa risorsa idrica, raccolta e filtrata
per opera delle rocce calcaree, è particolarmente ricca di sali minerali ed
elementi nutritivi che possono portare solo beneficio alla produzione dei
frutti.
Oltre a sfruttare un terreno naturale che si presta al meglio a ovviare pro-
blemi insiti nella condizione di isola, è necessario un cambio della pra-
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tica in prospettiva olistica; considerando quindi le interazioni complesse
che legano i diversi organismi . Questo è possibile attuando i principi
dell’agricoltura sinergica, una tecnica rivoluzionaria ideata da Emilia Ha-
zelip che permette una produzione redditizia con il minor impatto am-
bientale possibile. Tale tecnica a sua volta affonda le sue radici negli studi
compiuti dal microbiologo giapponese Masanobu Fukoka. L’agricoltura
naturale si basa sull’auto-fertilità del suolo attraverso un’organizzazione e
selezione delle piante consociate, che permette una produzione di vege-
tali annuali e perenni mantenendo gli equilibri naturali .
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Nell’agricoltura sinergica è, infatti, fondamentale che i suoi elementi
funzionino di interrelazione gli uni con gli altri. Questo metodo, oltre a
promuovere meccanismi di auto-fertilità del suolo, permette di ottenere
una produzione maggiormente diversificata con una minore azione sul
territorio.
L’agricoltura biologica si fonda su tre principi fondamentali :
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-Nessuna lavorazione del suolo
Assenza totale di qualsiasi tipo di lavorazione del suolo; esso si equilibra
grazie alla sinergia delle piante consociate e alla microfauna presente nel
sottosuolo.
-Nessun apporto di fertilizzanti/trattamento di sintesi
La consociazione delle piante insieme ad una copertura organica per-
manente, la pacciamatura, permettono l’azione di autofertilizzazione del
suolo.
-Soluzioni al parassitismo
274 /approccio sistemico