Page 7 - LA PERLA DELLE EGADI
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Presentazione                                                           l Florio comunque rappresentano col loro innesto capitalistico

Salvatore Costanza                                                      un momento importante di ristrutturazione della realtà

       Una realtà isolana, tra le più aspre e contradditorie,           favignanese (la costruzione del porto e dello stabilimento

si è trasformata da qualche anno in una levigata attrazione             ittico-conserviero, il nuovo assetto urbanistico del paese,

turistica. Inserite negli itinerari delle grandi compagnie di viaggio,  lo stile floreale degli edifici di "casa" Florio). La esigenza, infine,
sottoposte al giuoco degli interessi, molteplici e massivi,
dell'industria alberghiera, Favignana sembra risuscitata a una          del carcere e della colonia dei confinati, da tempo
magica dimensione di sensazioni eupeptiche, per la gioia degli
stressati ospiti estivi.                                                immemoriabile, e sino ad ora (il forte S. Giacomo è uno dei

      Per chi ci vive, la mistificazione si fa servire a sostegno di    carceri pitì affollati e incivili d 'Italia) ha condizionato la vita degli
una meno penosa condizione umana: il turismo che surroga
per alcuni mesi dell'anno le attività in abbanclono. Ma resta pur       abitanti di Favignana, in realtà considerati anche loro ··coatti"
sempre mistificazione. Il carcere-mode/lo, coi ricordi murari
e grafitici lasciati dai prigionieri in cento anni di coatta            da tutti i governi per le necessità della rigorosissima
"villeggiatura ": l'agricoltura dissestata. impoverita: le tonnare
                                                                        sorveglianza che viene esercitata sull'isola.
in crisi: i Parodi che minacciano da vent'anni a questa parte
                                                                        Nè si può dire che dai Borboni al regime monarchico
di chiudere i battenti del loro conservificio. Due realtà
contrapposte, l'una irretita nel dramma della depressione               unitario e al fascismo, le cose fossero mutate visibilmente.
economica, l'altra luminosa nelle sue cale marine, distensiva
e allettante. Un "visconte dimezzato" nel cuore del Mediterraneo,       Il barone Nicotera. che nella fossa di S. Caterina aveva scontato
meno sofistica to, umbratile, evanescente.
                                                                        il suo tentativo antiborbonico, nella diSP,erata impresa di Sapri.
       Scrivere un libro su Favignana, che vuole essere un
"servizio" reso all'isola, ai suoi abitanti per raccogliere le degnità  una volta nominato ministro degli interni nel primo governo

locali (storia, arte e archeologia, economia e natura), e insieme       di "sinistra". vi mandò gli internazionalisti: Crispi vi inviò gli
un "invito" agli altri a non trascurare nei propri itinerari le Egadi,
                                                                        anarchici e i socialisti dei fasci; Mussolini vi relegò al confino
è certamente lo scopo che si è prefisso Gaspare Scarcel/a,
legato alle sue isole da affetto patrio, ma più, forse. da tentazioni   i nemici irriducibili del regime fascista.
rousseauiane di solitudine e di recupero del primitivo.
                                                                        Quale dio crudele ha stabilito che Favignana deve restare.
      Il pericolo che la monografia possa essere compresa tra
i frutti dell 'industria turistica. che tutto trasforma in oro come     oltre il tempo dei caduchi destini di governi assoluti
l'antico re frigio, è ben presente all'Autore. se egli preferisce fin
dall'inizio un tessuto discorsivo di carattere propriamente             o democratici, "l'isola dei coatti"?
geografico, qua e là anche sostenuto da preoccupazioni
di rigore scientifico. Ma la descrizione dell'isola deve pur            Il libro di Scarcella. vuole smentire quel dio
mantenersi (e tuttavia si mantiene sempre) sulla misura, più
confacente agli intenti divulgativi del libro, della piacevole          crudele, indicando nel patrimonio archeologico dell'isola. nelle

e "paesana" discorsività. Certi inserimenti, e ammiccanti, di tono      sue risorse naturali, e nella sua realtà produttiva, la vera
ironico e allusivo hanno lo scopo (a me pare) di far "precipitare"
                                                                        alternativa al passato più gravoso e sterile.
nel buon senso ciò che la tradizione e la superstizione
avevano trasportato nei cieli immemoriali dell'assurdo.                 Si legge in certi atti del decurionato di Favignana (cento

      A che cosa poi servisse concretamente questa tradizione           e più anni fa) che il Comune pagava un uomo per assolvere

è luminosamente dimostrato dalla storia della Sicilia, delle piccole    l'incombenza di segnalare ogni giorno agli abitanti dell'isola

e grandi comunità. divise al loro interno dal giuoco degli interessi    lo scorrere del tempo. L'uomo s'inerpicava - a mattutino.

feudali e borghesi.                                                     meridie e vespro - sul campanile della matrice. e da l(

Le tonnare hanno costituito la struttura portante dell'economia         allargando le braccia. mostrava a chi sostava nella piazza
locale. Prima i Pallavicina di Genova, poi i Florio, poi ancora una
famiglia genovese, quella dei Parodi: il trapasso da una famiglia       il movimento di un ideale orologio.
all'altra, dalla condizione feudale a quella borghese non ha
mutato gran che i rapporti sociali e di lavoro degli isolani.           Quando l'uomo era ammalato, i paesani attendevano

                                                                        invano il segnale orario: e il tempo di Fa vignana s'inceppava

                                                                        nella perplessità degli astanti.

                                                                        L'uomo-orologio non c'è più. Il municipio di Fa vignana

                                                                        si è preoccupato di farne mettere uno meccanico sulla facciata

                                                                        umbertina del palazzo comunale (dono degli emigranti marettimari.

                                                                        destinato alla loro isola, ma "utilizzato" dal capoluogo delle

                                                                        Egadi). La perplessità dei Favignanesi è, tuttavia, rimasta. se il

                                                                        tempo della civile rinascita della loro isola rimane ancora segnato

                                                                        sulle ore antiche del disinteresse dello Stato e dell'abbandono

                                                                        socio-economico.                                Trapani, lì 24.1.78

                                                                        Salvatore COSTANZA
                                                                        Presidente della Società Trapanese per la Storia Patria

                                                                                                                                                    11
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