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2.5. La situazione scolastica
L’economia delle Isole Minori, negli ultimi decenni, non ha subito forti spinte verso assetti strutturali
diversi da quelli derivanti dalle consolidate specializzazioni produttive.
Le difficoltà di crescita nella società insulare sono identificabili non soltanto nella carenza di risorse
fisiche e finanziarie, ma anche nel sistema di competenze e di interazioni socio-produttive e dal fatto che
le Isole sono per lo più rimaste estranee a fenomeni di industrializzazione esterna.
Nella popolazione scolastica si rileva una notevole percentuale di alunni problematici, in quanto portatori
di un disagio familiare, sociale, ambientale che trova le sue motivazioni intrinseche nelle condizioni di
sostanziale “insularità” di questa comunità, nonostante l’evidente e contraddittorio sviluppo economico
legato al turismo estivo. Sul piano degli interventi a sostegno dell’economia insulare si assiste, in questo
particolare momento, a una fase di stallo dovuta alla difficoltà di attuare piani di programma
precedentemente predisposti. Alla difficoltà di generare una efficiente rete di sviluppo che volge al
futuro, si saldano le criticità del passato .
Nelle Isole Minori vi sono 17 Istituti così divisi: n. 11 Istituti Comprensivi (fino alla Media); n. 5 Istituti
Globali (comprendenti la Secondaria Superiore) e n. 1 Direzione Didattica.
Va sottolineato che:
a) l’Istituto Comprensivo dell’Isola di Salina, che è amministrativamente divisa tra i Comuni di
Santa Marina, Leni e Malfa, ha la sua sede centrale presso la scuola di Malfa;
b) le scuole delle isole di Alicudi, Filicudi, Panarea e Stromboli, che dipendono didatticamente
dall’Istituto Comprensivo dell’Isola di Salina, sono amministrativamente ricadenti nella
municipalità di Lipari;
c) gli Istituti di Pantelleria, Favignana, Ustica e Lipari sono sede di Centri Risorse contro la
dispersione scolastica.
Diverse sono le scuole dove si riscontra un’utenza proveniente da zone a rischio, di cui una parte è
rappresentata da ragazzi “problema” (fra questi soprattutto l’Istituto Sup. Conti di Lipari).
La gran parte dei nuclei familiari è numerosa, il grado di alfabetizzazione mediocre, il lavoro spesso
precario, con conseguente scarsa sensibilità verso la scuola, incapacità di offrire un valido supporto
all’attività scolastica dei figli e di svolgere quel ruolo di agenzia educativa che è proprio della famiglia.
In questa società complessa e, per certi versi, difficile e piena di contraddizioni, nella quale punte
estreme di benessere e di malessere o disagio si trovano a convivere fra loro, solcata da profondi
rinnovamenti in cui l’evoluzione dei saperi, delle tecnologie e delle professioni impone nuovi modi di
insegnare e apprendere, le Istituzioni scolastiche devono realizzare un servizio formativo sempre più di
qualità e aderente alle esigenze del territorio e dei propri cittadini.
Non si deve dimenticare, infatti, che le caratteristiche che contraddistinguono i sistemi produttivi sono la
dinamicità e l’innovazione, per cui lavoro, apprendimento e cambiamento devono procedere in parallelo,
per far sì che la gestione della conoscenza (cioè il saper costruire e trasformare conoscenza) non abbia più
un ruolo solamente strumentale, ma sia l’unica vera fondamentale risorsa dei processi stessi.
Ciò implica la necessità di sviluppare capacità di buona comunicazione, di facile relazionalità, di una
professionalità spendibile in una società ormai post-industriale.
In tele contesto il ruolo della scuola non può che essere trainante per lo sviluppo dei territori insulari: essa
ha il compito di “fare cultura”; è chiamata e coinvolta in un rinnovamento che tocca i contenuti
disciplinari, i programmi di studio, gli obiettivi di apprendimento e deve fornire gli strumenti per
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