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diventarono luoghi di culto cristiano; ne sono testimonianza i graffiti rappresentanti la croce, rinvenuti in
          ambedue le grotte. Resti del periodo saraceno si ritorvano in un'antica torre di avvistamento nella zona
          denominata, appunto, Torretta e costruita, insieme ad altre due, dai saraceni e fortificate durante la
          dominazione normanna; la loro evoluzione architettonica ne ha fatto dei castelli, quello di Santa Caterina
          (ancora oggi esistente), quello di San Leonardo (oggi villa liberty della famiglia Florio) e quello di San
          Giacomo (oggi Casa di Reclusione).

          A Levanzo, nella grotta-santuario detta del "Genovese" si possono ammirare i rari graffiti di epoca
          paleolitica e neolitica, testimoni di una comunità dedita alla caccia e già allora alla pesca del tonno. Sono
          raffigurate anche danze tribali simboli di rituali magici. Marettimo in particolare fu sicuramente presidio
          di Roma. Ancora oggi il pianoro sovrastante il paese, infatti, si chiama "Case Romane" e conserva i resti
          di un vasto edificio a opus reticulatum, dal quale si domina tutto il mare a levante dell'isola fino alla costa
          sicula;  ancora   non    se   ne   conosce    l'uso,  probabilmente   difensivo,   né   l'epoca esatta,
          ipotizzata fra il I secolo a.C. e il II d.C. Sempre a Marittimo, il Castello di Punta Troia edificato sulla
          cima di un suggestivo promontorio all'estrema punta nord-occidentale, sorge sulle fondamenta di una
          torretta di avvistamento costruita nel IX secolo dai Saraceni e ricostruita nel 1600 circa dagli Spagnoli
          che edificarono l'attuale castello, dotandolo di una grande cisterna per la raccolta d'acqua e di una
          chiesetta che fu chiamata "Real Chiesa Parrocchiale" di Marettimo. La cisterna venne successivamente
          adibita dagli stessi Spagnoli a prigione per i reati più gravi e, dalla fine del '700, per i reati politici (vi fu
          rinchiuso Guglielmo Pepe, il più famoso dei patrioti della Repubblica Partenopea). Dalla chiusura del
          carcere, nel 1844, la fortezza fu utilizzata a scopi militari fino all'ultima guerra.

          L’isolotto di Formica è interamente occupato da una tonnara ormai abbandonata e di recente trasformata
          in comunità di recupero per tossicodipendenti.

          A  Lampedusa   si trovano reperti archeologici relativi ai fenici, greci, romani e arabi, elementi che
          arricchiscono la già notevole bellezza naturale del luogo. L'isola potrebbe rientrare anche nell'itinerario
          religioso grazie al Santuario dedicato alla sua Patrona, "La Madonna di Lampedusa", nota anche con
          l'appellativo di "Madonna di Porto Salvo"; quel che conta di questa chiesa è, soprattutto, la sua origine
          molto antica visto che, pare, era già esistente al tempo delle Crociate.

          Anche a Pantelleria, il richiamo per il turismo è dato dai numerosi siti archeologici. Il popolo dei Sesioti
          che si insediò nell’isola lasciò tracce molto importanti. Per esempio, nell'altura di Cala Modica è ubicato
          il villaggio di capanne, protetto nel lato verso terra da una fortificazione di dimensioni ciclopiche, il Muro
          Alto, che è il più grande muro preistorico finora scoperto nel Mediterraneo. Il villaggio è ubicato in una
          posizione  legata alla presenza di sorgenti di acqua salmastra, e alle opportunità di un'agile difesa.
          Purtroppo oggi sono visibili solo i   basamenti di tali abitazioni. Nella zona di Mursia è ubicata
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          un'importantissima necropoli con i maestosi monumenti funerari chiamati Sesi . Queste costruzioni
          trovano confronti in molte   delle altre isole del Mediterraneo centrale: i templi megalitici a Malta, i
          Nuraghi in Sardegna, Le torri in Corsica e nelle Baleari. Il castello deve la prima edificazione ai Bizantini
          che edificarono anche un monastero in località Zubebi. L'importanza raggiunta da Pantelleria ai tempi in
          cui era Città-Stato fenicia si può dedurre oltre che dalle testimonianze archeologiche, anche dalle
          numerose monete ritrovate sull'Isola. Monumenti rappresentativi dell'eredità araba oggi molto sfruttati dal
          punto di vista turistico come originali case-albergo sono i "dammusi", e gli abitati della vecchia città nel
          centro principale, una vera Kasbah con vicoli stretti e case addensate, dai tetti a volta e cortili nascosti
          (Medina). Molto importanti a Pantelleria sono, infine, i beni archeologici conservati sul fondale marino,
          come Cala del Gadir e Scauri inseriti tra i siti dell’itinerario archeologico subacqueo siciliano.



          26 I Sesi sono strutture circolari a cono tronco, talvolta a calotta, costruite secondo una tecnica megalitica con paramenti in poderosi blocchi.
           La struttura interna è a sacco di pietrame vario; sui fianchi si aprono una o più gallerie, che portano alle celle funerarie di forma rotonda. Il
           principale di questi monumenti viene chiamato Sese Grande e Sese del Re, e misura circa 10 mt per 20; al suo interno sono ricavate 13
           piccole gallerie di cui la più lunga misura 7 metri.


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