Page 16 - Puntillo_2019
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navigazione, erano divenuti più competitivi rispetto a
quanto offerto dai Florio. La stessa Targa Florio, come
cennato, non nacque come veicolo per la conoscenza e
l’affermazione dei prodotti e delle attività del Gruppo,
quanto per passione di Ignazio che vi profuse ingenti
capitali non remunerati. E anche questa iniziativa alla fine,
passò di mano.
Il quadro si completò con il fratello Vincenzo e la moglie
Giulia D’Ondes, anche loro partecipanti alla vita esagerata
dei Florio.
In questo quadro diseconomico al massimo, s’inserisce la
vita tumultuosa dello stesso Ignazio, che cadde in
continuazione vittima di donne bellissime e fatali alle quali
donò diamanti, anelli e collane oltre a feste principesche e
notti regali in alberghi extra lusso in giro per l’Europa. Il
“distacco” da Franca Florio fu però indolore. Franca
sapeva dei tradimenti del marito e lasciò fare, anche
perché col tempo, assunse sempre più un atteggiamento
di narcisismo esasperato. Rifiutava il corteggiamento degli
uomini ma ci teneva ad esser bella e notata per la sua
bellezza e al corpo dedicava gran parte delle giornate, con
BABY BOY anche educazione fisica ed esercizi specifici.
E poi, anche nel pieno del dissesto economico, donna Franca non rinunziava a presenziare nei
grandi Casinò europei per farsi ammirare, oltre che per lasciare sui tavoli verdi, somme di denaro
spropositate. Ella diceva che fosse l’unica maniera, quella dell’ansia della puntata, di dare
motivo a un’anima annoiata dal tran-tran della vita.
Il perno centrale del dissesto dei Florio, ruotò attorno a
funesti presagi familiari iniziati nel 1902.
Pronti per andare in vacanza in Baviera dopo aver concluso
una crociera in Tunisia, si ammalò la piccola Giovannuzza,
la primogenita di Ignazio e Franca. Si pensò a una febbre
provocata dal tifo ma alla fine ci si rese conto di brancolare
nel buio. Ignazio chiamò allora a Palermo Augusto Murri, un
luminare del tempo, e per rendere più agevole e veloce il
suo viaggio da Bologna a Palermo, lo fece attendere a
Napoli dal suo piroscafo “L’Elettrico” col quale raggiunge
Palermo in tempi dimezzati. Il famoso medico diagnosticò
la meningite e dunque una malattia fatale.
La piccola morì, a nove anni, nell’agosto del 1902, fra le
braccia della madre.
Donna Franca rasentò la follia e Ignazio, per allontanarla
dai troppi oggetti, paesaggi e ricordi di Giovannuzza che
donna Franca vedeva ovunque, la condusse a Favignana
ove la famiglia aveva fatto costruire una bella villa. Alla fine
Franca si riprese, circondata dall’affetto di familiari e
tantissimi amici e soprattutto dagli schiamazzi felici della
piccola Igiea e di Ignazio detto Baby Boy, orgoglio e
speranza di papà per il futuro della dinastia, adesso in crisi.
Giovannuzza Baby Boy non smetteva mai di giocare, toccare tutto ciò che
vedeva per indagarne i segreti, fosse una macchinina o uno
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