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Internazionale di Palermo del 1891, che avrebbe fatta vedere al mondo cosa fosse la Sicilia e
            quali fossero le sue potenzialità economiche in tutti i campi. Per finire: la modernizzazione del
            Cantiere Navale di Palermo che subirà poi la tremenda conseguenza del privilegio governativo
            verso Genova e La Spezia.

            Il matrimonio con donna Franca Jacona Notarbartolo dei Baroni di San Giuliano, lo rese felice e
            indubbiamente i  due furono  una  delle coppie più  notate,  accettate e ricercate della  società
            internazionale.




































                                                       Baby Boy

            Proprio durante la spinta finanziaria tesa a sostenere la modernizzazione dei Cantieri Navali di
            Palermo, lo Stato italiano iniziò a modificare le convenzioni con la Società di navigazione Florio,
            per dare più forza alla  Società di Navigazione Italiana di Genova. La “vendetta governativa”
            contro  i  Florio  si  stava  per  consumare:  i  Cantieri  Navali  di  Palermo  erano  troppo  antiquati,
            fatiscenti e privi di riadeguamento praticamente da sempre, mentre Genova offriva impianti con
            efficienza e tecnologie aggiornatissime. Ignazio probabilmente si rese conto, in quel momento,
            che il patrimonio industriale ereditato era, si, immenso, ma vecchio in ogni sua forma e con pochi
            investimenti sostenuti e attuati. Tentò dunque la carta di una nuova concezione dei Cantieri
            Palermitani, con inserimento  delle migliori  tecnologie presenti sul mercato  e l’assunzione di
            consulenti di livello europeo. Ma l’impresa risultò da subito faraonica e alla fine insostenibile.
            Florio non intese proposte tipo il ridimensionamento del Gruppo con concentrazione sulle attività
            più  sicure  e  profittevoli  e  così  l’indebitamento  che  si  innescò,  subì  ben  presto  un  effetto
            moltiplicatore spingendo alla fine la Banca Commerciale Italiana ad intervenire a tutela di crediti
            vantati  e  garantiti  dalle  azioni  della  Società  di  Navigazione.  Dovette  vendere  la  tonnara  di
            Favignana, gli stabilimenti vinicoli di Marsala, la Villa Igiea, la stessa Società di Navigazione e
            alla fine di tutto, l’Olivuzza mentre i gioielli di donna Franca finirono all’asta insieme ai pregevoli
            mobili della Villa.
            Un tentativo, nel 1925, di dare vita a una nuova flotta fu in un primo momento visto con favore,
            ma alle prime difficoltà che si verificarono, le banche intervennero ipotecando tutto. Non valse
            l’intervento  di  Giolitti,  perché  oramai  i  noli  e  i  biglietti  per  passeggeri  delle  altre  Società  di
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