Page 15 - Puntillo_2019
P. 15
Internazionale di Palermo del 1891, che avrebbe fatta vedere al mondo cosa fosse la Sicilia e
quali fossero le sue potenzialità economiche in tutti i campi. Per finire: la modernizzazione del
Cantiere Navale di Palermo che subirà poi la tremenda conseguenza del privilegio governativo
verso Genova e La Spezia.
Il matrimonio con donna Franca Jacona Notarbartolo dei Baroni di San Giuliano, lo rese felice e
indubbiamente i due furono una delle coppie più notate, accettate e ricercate della società
internazionale.
Baby Boy
Proprio durante la spinta finanziaria tesa a sostenere la modernizzazione dei Cantieri Navali di
Palermo, lo Stato italiano iniziò a modificare le convenzioni con la Società di navigazione Florio,
per dare più forza alla Società di Navigazione Italiana di Genova. La “vendetta governativa”
contro i Florio si stava per consumare: i Cantieri Navali di Palermo erano troppo antiquati,
fatiscenti e privi di riadeguamento praticamente da sempre, mentre Genova offriva impianti con
efficienza e tecnologie aggiornatissime. Ignazio probabilmente si rese conto, in quel momento,
che il patrimonio industriale ereditato era, si, immenso, ma vecchio in ogni sua forma e con pochi
investimenti sostenuti e attuati. Tentò dunque la carta di una nuova concezione dei Cantieri
Palermitani, con inserimento delle migliori tecnologie presenti sul mercato e l’assunzione di
consulenti di livello europeo. Ma l’impresa risultò da subito faraonica e alla fine insostenibile.
Florio non intese proposte tipo il ridimensionamento del Gruppo con concentrazione sulle attività
più sicure e profittevoli e così l’indebitamento che si innescò, subì ben presto un effetto
moltiplicatore spingendo alla fine la Banca Commerciale Italiana ad intervenire a tutela di crediti
vantati e garantiti dalle azioni della Società di Navigazione. Dovette vendere la tonnara di
Favignana, gli stabilimenti vinicoli di Marsala, la Villa Igiea, la stessa Società di Navigazione e
alla fine di tutto, l’Olivuzza mentre i gioielli di donna Franca finirono all’asta insieme ai pregevoli
mobili della Villa.
Un tentativo, nel 1925, di dare vita a una nuova flotta fu in un primo momento visto con favore,
ma alle prime difficoltà che si verificarono, le banche intervennero ipotecando tutto. Non valse
l’intervento di Giolitti, perché oramai i noli e i biglietti per passeggeri delle altre Società di
15