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Da Santa Caterina alla Colombaia di Giuseppe Romano

                            CASA CIRCONDARIALE DI TRAPANI "SAN GIULIANO"

Il 1895 rappresenta l'anno in cui si agitò per la prima volta il problema delle "nuove" carceri di Trapani. Il Comune di
Trapani, nel 1920, rendendosi conto della grave situazione delle carceri della città (veramente indegne di un paese
civile) prese l'iniziativa donando al Ministero una vasta area in fondo alla via Poeta Calvino per la costruzione di un
nuovo carcere. Ma, nel 1922 il Senato del Regno, per economia di bilancio, respingeva il disegno di legge che
prevedeva la costruzione di nuovi edifici carcerari.
Nel 1938 si riprese l'argomento e si prescelse l'area a nord ovest del Manicomio, alle pendici del Monte Erice, dove
sorge l'attuale Casa Circondariale di Trapani "San Giuliano" (altro nome di Monte Erice e nome del rione popolare
nella cui zona ricade la costruzione).
I lavori ben presto ebbero inizio ma, gli eventi bellici imposero la sospensione dei lavori che rimasero alle
fondamenta.
Nel 1949 dietro pressanti sollecitazioni da parte della stampa, il Ministero di Grazia e Giustizia provocò un
finanziamento da parte del dicastero ai lavori pubblici che stanziò un fondo di 140 milioni di lire. Il progetto originale
aveva però bisogno di essere revisionato per sopperire alle nuove esigenze richieste dalla più recente tecnica
carceraria. Sicchè il progetto venne affidato all'architetto Giovanni Patti di Palermo. Il Ministero dei Lavori Pubblici
disponeva intanto l'assegnazione di altri 200 milioni di lire.
La colossale opera fu affidata all'impresa Provera e Carrassi di Roma, la stessa ditta che aveva costruito numerose
palazzine nel Rione Palme.
Il carcere di San Giuliano, nell'anno 1958, viene descritto come un "carcere modello" da un giornalista che ne ebbe a
visitare la struttura nella sua ultima fase di costruzione. "un complesso edilizio dove troverà posto persino una
palestra ed un campo sportivo, dotato di ampi cortili e aiuole fiorite, sala cinema ed una chiesetta con il campanile;
un'infermeria dotata di ascensori, dove abolite sbarre e finestre ci si sente in una modernissima clinica a pagamento.
Numerosi sono i reparti, così denominati a seconda delle loro funzioni: contagiosi, isolamento, t.b.c., medicina,
chirurgia e osservazione, infermeria presidiarla, inquisiti, reparto femminile".
Sicuramente, il cronista preso dall'euforia fantasticò con il pensiero e vide anche cose che mai vennero alla luce
come la chiesetta e il campanile o gli ascensori e l'infermeria così come venne descritta. "Insomma - conclude
l'ineffabile cronista con una nota ironica - senza voler nulla togliere alle più moderne teorie della detenzione
rieducativi, di cui anche noi ci facciamo propugnatori, dobbiamo dire che al San Giuliano presto ci saranno tante e tali
cose da vedere e tutto così confortante, che ci verrà voglia di chiederci se la nostra società non abbia addirittura
deciso di prendersi cura dei delinquenti più che degli onesti e poveri galantuomini".
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