Page 23 - e venne il vento
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Sono figlio di pescatore: mio padre era esperto nella pesca     re mi sono messo a lavorare in proprio con una piccola barca
dei ricci e in quella del polpo con lo specchio.                    a pesca artigianale. In quegli anni ho avuto l'occasione di im-
                                                                    barcarmi su di una barca che andava a cianciolo ed appartene-
    Fin da quando avevo 9 anni mi portava a mare con sé e mi        va alla famiglia Figliomeni e così ho fatto l'esperienza di pe-
affidava il compito di tenere i remi m~ntre lui pescava. Quan-      scare molto lontano dalla costa affrontando qualsiasi tipo di
do avevo l Oanni un mio zio acquisito, Venanzio Borbone, che        mare.
aveva sposato una sorella di mia madre, mi consigliò di anda-
re a "mastro", cioè di frequentare la bottega di una persona che       Il 10 Marzo del 1943, in piena guerra, sono partito per il
potesse insegnarmi un mestiere. Fu così che andai da Mastro         servizio militare. Dopo un solo mese di servizio militare in
Cono Ernandez che era un bravo calafato e sapeva costruire          marina l'incrociatore Trieste su cui ero imbarcato fu bombar-
barche. Lì ho imparato a calafatare, ma ho appreso solo a ripa-     dato. Dei 1200 uomini che c'erano a bordo 350 furono feriti o
rare e non a costruire perché questa parte del mestiere mastro      uccisi. Io fui sbalzato in mare ed ho nuotato tra naufraghi e
Cono la riservò solo per il figlio. A 12 anni conoscevo perfet-     morti per raggiungere terra che non era lontana dato che ci tro-
tamente questo lavoro e sapevo usare alla perfezione i ferri del    vavamo nei pressi della Maddalena. Quando sono arrivato a
mestiere; ad esempio sapevo che per riparare una barca gros-        terra mi sono accorto di essere nudo perché lo spostamento
sa ci voleva una mazzola di 32 centimetri ma che non doveva         d'aria mi aveva strappato i vestiti di dosso. Il giorno dopo un
pesare più di 800 grammi, mentre doveva essere più piccola se       incrociatore francese venne a recuperare i superstiti del Trieste
si doveva riparare una barca di minori dimensioni. Oggi que-        e ci portarono a Livorno. Durante quel percorso hanno cerca-
sto mestiere sono in pochi a saperlo fare ed inoltre sta andan-     to di silurarci molte volte ma il comandante fu molto abile
do in disuso perché le barche sono di resina o di ferro ed in       nello schivare i siluri cambiando continuamente la posizione
quest'ultimo caso hanno bisogno solo di saldature. Ai miei          della nave. Quando sono tornato a Favignana ho raccolto i rac-
tempi invece per riparare una barca bisognava essere capaci di      conti di chi ha vissuto il bombardamento e la presenza dei te-
scegliere il legno adatto a sostituire quello consumato; biso-      deschi prima e degli americani dopo. Mi hanno raccontato che
gnava avere a disposizione una buona stoppa di canapa; dei          un certo Nicoletti, spazzino, fu colpito da una bomba e perse
buoni chiodi carbonizzati, cioè bruciati per evitare che faces-     la testa ma, ciò malgrado, continuò a camminare per parecchi
sero ruggine; del buon minio da passare prima sulla stoppa e        metri senza testa. Mi hanno riferito che in giro per l'isola c'e-
poi su tutta la barca. Ogni tanto qualcuno che ha ancora delle      rano parecchi accampamenti di italiani e tedeschi con vari
barche di legno mi chiede se posso dargli una mano, ma io li        cannoni ed antiaerea. Per quanto riguarda lo sbarco degli ame-
mando a Trapani perché sono diventato vecchio e pesante e           ricani, oltre ad avere liberato alcuni mafiosi detenuti nel car-
non ho più l'energia e l'agilità per fare questo lavoro. È un       cere di Favignana, hanno dato vita ad alcuni aneddoti causati
peccato che nessuno apprenda più questo mestiere perché è           dalla difficoltà di comprendersi. Pare che un americano rivol-
frequente che si debba restaurare qualche vecchia ma bella          gendosi ad un nostro concittadino gli abbia domandato: "sei
barca d'epoca e si trova con difficoltà chi sia in grado di farlo.  talianu?" ma quello intese "taliannu" che vuoi dire guardando
                                                                    e perciò gli rispose male con una parolaccia che non ripeterò.
   "Ho imparato l'arte e l' ho messa da parte" e per guadagna-
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