Page 20 - e venne il vento
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Sebbene fossi intensamente occupato a lavorare ho qualche ri-        voro. Dopo la guerra per qualche tempo ho fatto un doppio
cordo del ventennio fascista. Favignana era amministrata da          mestiere: tonnaroto per tre mesi l'anno e pescatore nei mesi
un Podestà. Se ne sono succeduti parecchi come il maestro            rimanenti. Poi nel 1956 mi sono sposato ed ho aperto un nego-
Paolino Catalano che era una brava persona; un certo Giu-            zio di alimentari; dal 1956 al 1978, anno della chiusura della
seppe Torre detto "Runzuni" che invece era una cosaccia; e           tonnara di Formica, ho fatto il doppio mestiere: tonnaroto per
l'ultimo Podestà che fu il Principe Spadafora che era una bra-       tre mesi l'anno e negoziante nei mesi rimanenti. Il periodo che
va persona ed ha lasciato in donazione all'isola alcuni terreni      va dal 1956 al 1978 è quello che mi ha dato più soddisfazione
di sua proprietà. In tali terreni il Comune avrebbe dovuto           sia dal punto di vista economico che dal punto di vista del la-
costruire una casa per anziani ma, a distanza di 70 anni, non        voro in sé. I tre mesi che passavo come tonnaroto a Formica
se n'è fatto niente. È un vero peccato perché, in mancanza di        erano intensi e impegnativi ma li facevo con piacere perché il
una struttura adeguata sul posto, gli anziani soli e non autosuf-    mio lavoro, insieme a quello dei miei compagni, mi appariva
ficienti vengono sistemati in case di riposo sparse in provincia     importante non solo per me stesso ma per l'intera Comunità
di Trapani. In questo modo vengono sradicati dal loro ambien-        favignanese la cui vita dipendeva da come andava l'annata di
te e molti di loro ne soffrono fino a morirne nel giro di pochi      tonnara.
mesi.
                                                                        A Formica eravamo 65 operai fissi più gli avventizi e la
   Di Runzuni si raccontano parecchie storie: ad esempio,            ciurma 24 che veniva all'inizio e alla fine della tonnara per i
quando la gente andava da lui a chiedere aiuto perché era affa-      lavori più pesanti. C'era inoltre un custode fisso per tutto l'an-
mata, egli rispondeva: "mangiate sarde salate e bevete acqua e       no che era un certo Laureato Figliomeni. Il guardiano del Faro
così la pancia si riempie". Ma a casa sua c'era ogni ben di Dio.     invece non dipendeva dai Parodi e veniva saltuariamente da
Quando cominciarono i bombardamenti egli decise di portare           Trapani per cambiare la bombola di alimentazione del faro.
tutte le sue cose al sicuro in un rifugio a Contrada Giovannina      Inizialmente ho fatto l'avventizio col compito di controllare la
ed affidò il trasporto ad un carrettiere. Sul carro vennero siste-   costa e le imbarcazioni di passaggio perché non danneggiasse-
mati sacchi di farina, di zucchero, formaggi, legumi, il tutto       ro le reti della tonnara. Poi mi vennero affidati compiti più im-
coperto da alcuni materassi. Strada facendo il carrettiere in-       pegnativi. I tonnaroti assunti per Formica restavamo in quella
contrò un amico e si fermò a parlare con lui, ma la mula che         piccola isola per tutto il tempo della tonnara, da Aprile a Giu-
conosceva la strada continuò per la sua via e arrivò a destina-      gno. Ogni 15 giorni una muciara veniva a vela da Favignana a
zione da sola. Alcuni rifugiati vedendo la mula da sola le anda-     Formica e ci portava cibo e biancheria pulita inviataci dalle
rono incontro e, sollevando i materassi, scoprirono il ben di        nostre famiglie. Si lavorava dal sorgere del sole al tramonto
Dio che c'era sul carro e se ne appropriarono come se si trat-       mangiando a mezzogiorno solo un po' di pane e companatico
tasse di un dono piovuto dal cielo. Quando Runzuni scoprì co-        mentre per la sera c'era un addetto alla cucina. Il piatto più fre-
sa era successo andò su tutte le furie e se la prese col carrettie-  quente nel nostro pranzo era la minestra di fave secche perciò
re che aveva lasciato la roba incustodita. Ma certo fu una bella     era in uso tra noi il detto "a fava salpa l'ancora" ossia dà
punizione per un approfittatore come lui. Ma torniamo al la-         l'energia per lavorare. A Formica non avevamo luce elettrica,

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