Page 19 - e venne il vento
P. 19
gia di tufi che mi caddero intorno dall'alto essendosi sgancia- venderli; insomma non c'erano né orari, né feste, né riposi e,
ti dalla catena. L'operaio che dirigeva il mio lavoro, un certo malgrado ciò, si guadagnava pochissimo. Il poco che guada-
Alberto Manuguerra detto "Scogghiu" mi rimproverò perché, gnavo io lo davo interamente a mio padre perché in famiglia
anziché mettermi al riparo sotto il muro, io, terrorizzato, ero c'erano tre figlie femmine da sposare a cui, secondo l'usanza
scappato nella direzione in cui cadevano i tufi. del tempo, bisognava fare il corredo. E il corredo era impor-
tante anche perché ne andava di mezzo l'orgoglio della fami-
Ad 11 anni, appena conseguita la licenza elementare, ho ri- glia, se non era sufficientemente fornito. Quando ha sistemato
tirato in Comune il libretto di lavoro e così ho potuto farmi as- le mie sorelle mio padre mi ha autorizzato a tenere per me il
sumere allo Stabilimento Florio. Era il 1938 e a nessuno allo- guadagno e a metterlo da parte. Ho iniziato così a mettere da
ra veniva in mente che si dovesse vietare il lavoro minorile, parte un po' di soldi ed ogni volta che raggranellavo 1000 lire
anzi lo si considerava educativo e formativo e non mi sento le mettevo belle distese sotto il marmo del comò: era il mio
sinceramente di pensarla diversamente. libretto di risparmio senza banche e senza commissioni.
Allo Stabilimento mi affidavano i compiti più disparati ma Verso i 20 anni, visto che il lavoro della terra anche se mi
in particolare mi chiedevano di ripulire il pesce dalle lische. A piaceva non mi dava la possibilità di vivere e farmi una fami-
me, che avevo lavorato nelle cave e mangiato polvere, sem- glia, ho deciso di tornare al lavoro del mare. Ho lavorato pri-
brava un lavoro leggerissimo anche se a volte, quando arriva- ma sulle barche lunghe di pesca locale e poi, avendo preso il
vano le navi che portavano il pescato da lavorare allo Stabili- libretto di navigazione, mi sono imbarcato sui pescherecci che
mento, si doveva restare a lavorare anche di notte. andavano a pesca nel Canale di Sicilia. Mi sono imbarcato su
un peschereccio della famiglia Bevilacqua che andava a cian-
A 14 anni mi convinsero che come pescatore avrei guada- cialo: era una barca piccola e con un solo albero e arrivare fino
gnato di più e così ottenni il foglio di pesca. Il primo giorno a Lampedusa era davvero rischioso. Non le ho detto che quan-
che sono andato a mare da pescatore andammo a "cicireddu" do è scoppiata la guerra, io non ho fatto il servizio militare
e ne pescammo tanto che in un sol giorno guadagnai quanto perché già lo avevano fatto tre miei fratelli. Quando nel 1943
guadagnavo in un mese allo Stabilimento. Mi illusi che sareb- Favignana è stata bombardata io mi trovavo con i miei com-
be stato sempre così, ma mi sbagliavo perché il mestiere del pagni di lavoro a pesca. È avvenuto nel mio primo periodo di
pescatore è duro e dipende molto dal tempo e dalla fortuna. esperienza come pescatore, a 16 anni. Era una giornata di forte
Dopo qualche mese, scoraggiato per i pochi guadagni, decisi scirocco e noi avevamo problemi con dei delfini che ci aveva-
di andare a lavorare in campagna da un mio zio ed apprende- no distrutto le reti. Abbiamo visto arrivare una formazione di
re un altro mestiere. Fatta un po' di pratica decisi che ne sape- 18 aerei che si è fermata sul cielo dell'isola ed ha cominciato
vo abbastanza per sbrigarmela da solo e presi a mezzadria un a bombardare. Siamo scappati, remando a più non posso per
terreno che ho tenuto fino a 19 anni. Il lavoro di mezzadro era ripararci nei pressi della collina e ricordo che le schegge ci
veramente duro perché dovevo badare a tutto: seminare, innaf- passavano accanto mentre in lontananza si vedeva solo fuoco
fiare, zappare, badare ali' asino che faceva girare la noria con e polvere. È un'esperienza che non si dimentica finchè vivi.
cui si tirava su l'acqua dai pozzi per l'irrigazione, raccogliere
gli ortaggi, il grano, l'orzo, il cotone, il mais e provvedere a 39
38