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I nomi dei venti in Sicilia
avvucatu (dove oggi sorge il campo di calcio comunale), e lì vattiàvanu i vìentira. Si bru-
ciava della paglia e poi si osservava attentamente la direzione (o le diverse direzioni,
se i venti erano variabili) presa dal fumo sospinto dal vento o dalla brezza. Quella
era la direzione dei venti che avrebbero dominato nel corso del semestre successivo:
I: mio nonno era del 1861 […] iniziò a cconṭṛastare cchî vìentira / e allora ogni notte la sera di l’epifa-
nìa si nni iava ô cùozz’âvvocatu […] si penza ca lì c’era qualche cimitero […] e iḍḍë si nni iava anno
per anno a sira di l’epifanìa, si inchìa a sacchineḍḍa di pajja, l’aḍḍumava, allora sacunnu unni iava a
ddirezzioni | unni iava u fumu, e iḍḍu si oriźźontava quali vìentë era e ss’era maeṣṭṛali, s’era sciloccu,
s’era::: ṭṛamontana, s’era libbeccio […] u vìent’i mari [… ] e allora iḍḍë mediante che ccioè iḍḍu quali
vìentu si vattiava […] pi ssei misi guvirnava ḍḍu vìentu […] “u sciloccu si vattiavu avuannë, u maestralë
si vattiavu, a ṭṛamuntana si vattiavu”[…]
R: p’èssiri ad annata bbona u vìentë com’av’a èssiri?
I: supergiù u maiṣṭṛali …
R: e ssiḍḍë era di ṭṛamuntana?
I: una annata che fu | era piovigginosa però purtè | purtava malatiji ne nô | nê favë, nnô frummìentë,
nnê pianti purtava malatì picchì a purtava ṭṛoppu ùmita […]
Quanto al fatto che taluni anemonimi possono anche recare il significato di ‘dia-
volo’, si consideri Buttitta (2011) quando nota, a proposito della parola macingu (<
machineus), che ciò va probabilmente connesso a «tutte quelle forme di credenza,
riscontrabili presso i popoli più disparati, che […] sono da ricondurre alla stessa con-
cezione di una forza segreta operante nell’universo e presente nell’accadere dell’inso-
lito» (p. 252). Ma le forze «di carattere impersonale» che «si manifestano nell’inusita-
to, in tutto ciò, insomma, che esce fuori dall’ordinario» sembrano poter assumere un
«carattere malefico» tenendo conto che «con l’avvento del cristianesimo, ogni forma
di credenza non riconducibile al messaggio evangelico venne relegata nell’ordine del-
le superstizioni diaboliche» (p. 251), fino a determinare molto spesso l’identificazione
di queste forze con il diavolo. Riferendosi al termine macingu e ponendone il rispettivo
significato in relazione con il concetto melanesiano di mana e a quello latino di numen,
Buttitta ne analizza i significati di ‘diavolo’ e di ‘destino’, ‘imprevisto’, ‘rovina’. Ma
basandosi sui significati di espressioni raccolte a Bagheria, omette quello di ‘forte
vento vorticoso’ di cui sono portatori i nomi macignu, macingu e macinga, documentati
rispettivamente a Petralia Sottana e a Castelbuono (cfr. Sottile, Genchi 2011).
I tipi mazzamareḍḍu, ḍḍṛaunara, fuḍḍittu e macingu si configurano, dunque, come
sinonimi, ma costituiscono differenti modi di “rappresentare” un certo tipo di ven-
to. L’accertamento della eventuale rilevanza geosinonimica e l’approfondimento
dei rispettivi caratteri motivazionali prevalenti potrebbe contribuire a disegnare una
mappa esauriente di una parte dell’anemonomastica dialettale dalle complesse com-
ponenti etnosemantiche.
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