Page 8 - Bixio_alii_1978
P. 8
LA FASCIA INTERMEDIA
La fascia lltoranea Inferiormente, ed Il contano tra dolomie e calcari llasslcl superior-
mente (circa 400 m. s.l.m.), possono eaaere considerati l limiti della fascia Intermedia
che, in pratica, corrisponde agli scoscesi pendii che formano l fianchi della dorsale.
Tuttavia, la distribuzione delle cavi!• In questa erea è alquanto Irregolare ad è piutto-
sto teoata alla presenza di detrito di falda rlcementato e brecce ealc~uee lntraformazlo·
nall, che In realtà non ricoprono t'Intera «ascia; cosiCché, ad esempio, Il versante
occidentale, in corrispondenza del tratto tra Punta Llt>eçelo e Cala Bianca, costituito da
straplombantl falesie dolomitiche, sembra essere pilvo di ogni manifestazione lpogea:
bisogna tuttavia precisare che numerose aree, a causa del tempo llmllato e dal luoghi
oltremodo impervi, sono state Ispezionate assai superficialmente.
Tutte le cavità riscontrate In qu&sta fascia sono di modeste o modestissime
dimensioni e devono la loro origine ad una limitata azione di dissoluzione chimica sulle
rocce c lastiche coerenti, alla quale non è da escludere che sia associata una certa azione
meccanica di dilavamento delle acque meteorlche sulle falde ricoperte da scarsa
vegetazione cespugliosa.
Le più lntere$$antl di queste cavillo (Grotta Peluse, Grotta del Mirro •... ) si trovano,
come la maggior parte delle sorgenti. sul versante orientale e sono servite, In tempi
remoti. da abitazione e rifugio alle persecuzioni del slgnorottl spagnoli e saracenl e, più
recentemente. da riparo alle greggi (Francinl & Messer! 1956) ; reperti più antichi non
sono mai stati rinvenuti. al contrarlo della Groua del Genovese, nell'Isola di L.evanzo,
ove si trovano giacimenti paleotltlcl, graffiti e pitture preistoriche.
LA FASCIA MONTANA
La fascia montana è Individuata nel pacco del calcari llasslci che costituiscono
interamente la parte più elevata della dorsale; il versante occidentale è Interessato da
esigue tace semipianeggianti comprese tra l'o rto delle sottostanU falesie dolomitiche e la
linea longltudlnale delle più alte vette, m&.ntre quello orientale è assai piU ripido e
earatterìz.zato da rotture di pendio a gradinata.
Nonostante la maggiore solubilltà delle rocce catt>onatlche eh• com pongono questa
fascia, anche In questo caso l fenomeni carsici presenti sono piuttosto modesti,
rappresentati soprattutto da lorme di dissoluzione superficiale. Nel pressi di Monte
Falcone, la mortotogia di superficie, che si manifesta essenzialmente con marcati campi
carreggiati, raggiunge la sua massima evldenziazlone sul versante occidentale, meno
accline, mentre $ulle sezioni naturali costituite dalle pareti straplombantl della vetta
sono evidenti numerose. ma minute, condotte di origine freatica.
AUri fenomeni di superficie sono rappresentati da brevi piane leggermen1e depresse
ed aperte da un Ialo, la cui morfotogia è probabilmente riconducibile a quella d i doline
embrionali, sventrate. La piU vasta ed evidente di queste depressioni si trova nella zona
" stlncaz.zi" , compresa tra Punta Ansini e Pizzo Scaturro: Il fondo. pianeggiante e
sassoso, dove il tetto di un piccolo torrente stagionate ha messo a nudo la stratlflcazio·
ne sub·orizzontale di potenza dedmetrrca, ·e le pendici sono interamente ricoperti da
bassi e duri cespugli (Che gli iSolani chiamano appunto stlncazzi) misti a rosmarino ed
altre piante aromatiche; ta vegetazione arborea è pressoché Inesistente (qualche raro
gelso e pino d'Aleppo). Gli orti settentrionale e meridionale sono completamente
sventrati da prorond• canaton• che scendono ripidi sino al mare e sonò In grado di
esaurue rapidamente eventuali precipitazioni meteoriche, per la verità assai scarse: tale
situazione. unHamente al lauo che in Questo punto la potenza del sedimento liassico è
abbastanza esigua. potrebbe spiegare il limitato approfondimento subito dalla dolina.
All"interno della conca. a mezza costa sulla pendlctt di PIZZO Scaturro, si apre