Page 10 - LA CONSERVAZIONE DEI MONUMENTI LAPIDEI
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La conservazione dei monumenti lapidei nel bacino del Mediterraneo, con particolare
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presenza di gas ossidanti (composti dell'azoto, ozono) e/o      loro sopravvivenza fisica, e dall'altro il' co-rr1pletamento
di particolato atmosferico si trasforma in anidride solforica   degli interventi conservativi con il restauro delle superfici
che con l'acqua forma acido solfori:co. Questo acido, se        tendente arecuperare il più possibile i valori estetici delle
viene a contatto con i calcari o marmi (ma anche malte          facciate (mediante opportune puliture controllate) e a
e intonaci a base di calce) reagisce immediatamente             preservarne i materiali con trattamenti di consolidamento
corrodendoli eformando gesso (solfato di calcio biidrato),      (ove necessario) e di protezione. Iniziò cosi in Italia,
un sale solubile che poi danneggia i·materiali di cui sopra     sempre negli annisettantaunaestesasperimentazione nei
per cicli di cristallizzazione-dissoluzione-cristallizzazione.  laboratori e in situ sui monumenti, contemporaneamente
Gli effetti visibili della solfatazione sono la formazione di   ainterventi pilota su edifici campione. Sono di quegli anni
croste nere sulla superficie dei monumenti, croste che          gli importanti restauri della Porta della Carta di Palazzo
sono non solo deturpanti ma anche molto dannose, e              Ducale a Venezia, dei rilievi delle cattedrali di Ferrara e
vannò sempre eliminate.                                         di S. Petronio a Bologna, di alcuni monumenti di Firenze
Questa conclusione ci introduce alla necessità della            e Roma, restauri che in un certo senso fecero scuola e
pulitura, e quindi di un restauro dei monumenti. Non basta      spinsero I'ICCROM, I'UNESCO e le Soprintendenze del
infatti nelle aree inquinate migliorarelaqualità dell'aria per  Ministero Italiano per i Beni Culturali alanciare aVenezia
diminuire la velocità del deterioramento della pietra, ma       nel1976 il primo corso internazionale per laconservazione
bisogna anche pulire e proteggere lé superfici lapidee.         della pietra che,con cadenza biennale,è arrivato nel2003
Come detto ·sopra, a questa conc~usione si arrivò alla          alla 15a edizione. Verso la fine degli anni settanta molti
fine degli anni sessanta-primi anni settanta in seguito         altri paesimediterranei seguirono l'Italia nell'intraprendere
a una serie di congressi internazionali tenutesi in Italia      importanti progetti di restauro: val la pena ricordarne
(specie a Bologna), Francia (La Rochelle) e Grecia              i maggiori. lnnanzitutto il restauro dei monumenti
(Atene), che determinarono il consenso degli specialisti        dell'Acropoli di Atene, in particolare deii'Eretteo, sui quali
in conservazione della pietra su una pras$i operativa           si era già intervenuti all'inizio del Novecento, restauro ora
che da un lato prevedeva la soluzione dei problemi              concluso, e del Partenone,tuttora in corso: questi restauri
strutturali degli edifici come necessità primaria per la        eseguiti sotto l'egida deii'UNESCO e con il controllo di

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