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            mente sui livelli cretacico-eocenici, i contatti di ri-  Quest’ultima formazione corrisponde alle argille
            coprimento di unità interne (Unità Prepanormidi    del Torrente Forgia di CATALANO et alii (2011a),
            della letteratura geologica) su orizzonti coevi torto-  che le attribuiscono un’età Langhiano superiore-
            niani e l’ulteriore coinvolgimento dei Trubi del Plio-  Tortoniano inferiore. L’esatta collocazione crono-
            cene  inferiore  sono  tutti  elementi  che  indicano  logica assume particolare importanza, perché tale
            un’evoluzione geodinamica delle unità analizzate   formazione si trova al disotto del contatto di so-
            non antecedente al Miocene superiore e con evi-    vrascorrimento dell’Unità M. Acci, sia fra questo
            denti sviluppi anche durante il Pliocene. Ciò induce  e M. Monaco, sia nella finestra tettonica di Cala
            ad attribuire le unità affioranti nella penisola di Capo  Grottazza, e pertanto definisce l’età tortoniana del
            S. Vito al Sistema a Thrust Esterno (PSTB), inteso  sistema a thrust di Capo S. Vito.
            come il prodotto della deformazione “tardoroge-
            nica” dell’originario margine africano.            1.7.4.2. – Sottounità M. Acci
               Considerazioni a carattere regionale sembrano in-
            dicare la chiusura del Paleobacino Ionico verso la Si-  Questa sottounità ricopre tettonicamente quella
            cilia occidentale con la conseguente sparizione delle  precedente con un contatto suborizzontale, immer-
            Unità Ionidi e l’accostamento del dominio esterno  gente debolmente a sud, che interessa le argille mio-
            con quello panormide. Rimane tuttavia come carat-
            tere distintivo l’età della prima deformazione, che
            nelle Unità Panormidi risale al Miocene medio-infe-
            riore, quando queste hanno subìto il ricoprimento
            delle Unità Sicilidi (unità interne alpino-tetidee).
               Vengono brevemente descritti i caratteri strati-
            grafici delle unità tettoniche, che affiorano nella
            penisola di Capo S. Vito, sovrascorse sui livelli api-
            cali della successione di M. Inici-M. Ramalloro. Per
            ulteriori approfondimenti si rimanda alle pubbli-
            cazioni citate in premessa.
            1.7.4.1. – Sottounità M. Monaco


               Questa sottounità (ABATE et alii, 1991) affiora
            nell’estremità  settentrionale  della  dorsale  che
            forma la penisola di Capo S. Vito ed è rappresen-
            tata  da  una  successione  carbonatica  estesa  dal
            Triassico superiore al Tortoniano (fig. 151).
               La successione stratigrafica inizia con calcari
            dolomitici ad alghe e a Megalodon sp. e dolomie
            stromatolitiche del Triassico superiore-Lias infe-
            riore, affioranti nell’estremità nord-orientale del
            promontorio (Punta di Sòlanto). Verso l’alto, sopra
            un livello di calcari nodulari rossastri, ascrivibile al
            Rosso Ammonitico, poggiano calcareniti e calciru-      Fig. 151 – Successione stratigrafica della sottounità M. Monaco.
            diti con frammenti di alghe, ellipsactinie, molluschi,      - Stratigraphic succession of  the M. Monaco subunit.
            e coralli, passanti lateralmente a calcilutiti e calca-
            reniti talora con selce contenenti tintinnidi, ascri-
            vibili  al  Titonico  superiore-Valanginiano.  Tale
            successione, esposta a M. Monaco, prosegue in alto
            con biolititi a rudiste, calcareniti e calciruditi a cri-
            noidi, alghe, nerineidi ed orbitolinidi, databili al
            Cretacico superiore (fig. 152). L’intervallo sommi-
            tale è costituito da calcilutiti rossastre e bianco-gial-
            lastre fittemente stratificate in facies di scaglia, con
            intercalazioni lentiformi di megabrecce, attribuibile
            al Cretacico superiore-Eocene; essa è ricoperta in  Fig. 152 – Monte Monaco è prevalentemente formato da biolititi a rudiste,
            discordanza da calcareniti glauconitiche o diretta-  calcareniti e calciruditi a crinoidi, alghe, nerineidi ed orbitolinidi, databili al
                                                                  Cretacico superiore, con stratificazione massiva o in grossi banchi.
            mente da argille marnose a foraminiferi planctonici  - Monte Monaco is mainly composed of  rudist-bearing massive biolitites, calcarenites and
            con  rare  intercalazioni  di  arenarie  quarzose.  calcirudites with crinoids, algae, Nerinea sp. and Orbitolinidae, Late Cretaceous in age.
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