Page 31 - Lentini_Carbone2014
P. 31
128
F. LENTINI - S. CARBONE
mente sui livelli cretacico-eocenici, i contatti di ri- Quest’ultima formazione corrisponde alle argille
coprimento di unità interne (Unità Prepanormidi del Torrente Forgia di CATALANO et alii (2011a),
della letteratura geologica) su orizzonti coevi torto- che le attribuiscono un’età Langhiano superiore-
niani e l’ulteriore coinvolgimento dei Trubi del Plio- Tortoniano inferiore. L’esatta collocazione crono-
cene inferiore sono tutti elementi che indicano logica assume particolare importanza, perché tale
un’evoluzione geodinamica delle unità analizzate formazione si trova al disotto del contatto di so-
non antecedente al Miocene superiore e con evi- vrascorrimento dell’Unità M. Acci, sia fra questo
denti sviluppi anche durante il Pliocene. Ciò induce e M. Monaco, sia nella finestra tettonica di Cala
ad attribuire le unità affioranti nella penisola di Capo Grottazza, e pertanto definisce l’età tortoniana del
S. Vito al Sistema a Thrust Esterno (PSTB), inteso sistema a thrust di Capo S. Vito.
come il prodotto della deformazione “tardoroge-
nica” dell’originario margine africano. 1.7.4.2. – Sottounità M. Acci
Considerazioni a carattere regionale sembrano in-
dicare la chiusura del Paleobacino Ionico verso la Si- Questa sottounità ricopre tettonicamente quella
cilia occidentale con la conseguente sparizione delle precedente con un contatto suborizzontale, immer-
Unità Ionidi e l’accostamento del dominio esterno gente debolmente a sud, che interessa le argille mio-
con quello panormide. Rimane tuttavia come carat-
tere distintivo l’età della prima deformazione, che
nelle Unità Panormidi risale al Miocene medio-infe-
riore, quando queste hanno subìto il ricoprimento
delle Unità Sicilidi (unità interne alpino-tetidee).
Vengono brevemente descritti i caratteri strati-
grafici delle unità tettoniche, che affiorano nella
penisola di Capo S. Vito, sovrascorse sui livelli api-
cali della successione di M. Inici-M. Ramalloro. Per
ulteriori approfondimenti si rimanda alle pubbli-
cazioni citate in premessa.
1.7.4.1. – Sottounità M. Monaco
Questa sottounità (ABATE et alii, 1991) affiora
nell’estremità settentrionale della dorsale che
forma la penisola di Capo S. Vito ed è rappresen-
tata da una successione carbonatica estesa dal
Triassico superiore al Tortoniano (fig. 151).
La successione stratigrafica inizia con calcari
dolomitici ad alghe e a Megalodon sp. e dolomie
stromatolitiche del Triassico superiore-Lias infe-
riore, affioranti nell’estremità nord-orientale del
promontorio (Punta di Sòlanto). Verso l’alto, sopra
un livello di calcari nodulari rossastri, ascrivibile al
Rosso Ammonitico, poggiano calcareniti e calciru- Fig. 151 – Successione stratigrafica della sottounità M. Monaco.
diti con frammenti di alghe, ellipsactinie, molluschi, - Stratigraphic succession of the M. Monaco subunit.
e coralli, passanti lateralmente a calcilutiti e calca-
reniti talora con selce contenenti tintinnidi, ascri-
vibili al Titonico superiore-Valanginiano. Tale
successione, esposta a M. Monaco, prosegue in alto
con biolititi a rudiste, calcareniti e calciruditi a cri-
noidi, alghe, nerineidi ed orbitolinidi, databili al
Cretacico superiore (fig. 152). L’intervallo sommi-
tale è costituito da calcilutiti rossastre e bianco-gial-
lastre fittemente stratificate in facies di scaglia, con
intercalazioni lentiformi di megabrecce, attribuibile
al Cretacico superiore-Eocene; essa è ricoperta in Fig. 152 – Monte Monaco è prevalentemente formato da biolititi a rudiste,
discordanza da calcareniti glauconitiche o diretta- calcareniti e calciruditi a crinoidi, alghe, nerineidi ed orbitolinidi, databili al
Cretacico superiore, con stratificazione massiva o in grossi banchi.
mente da argille marnose a foraminiferi planctonici - Monte Monaco is mainly composed of rudist-bearing massive biolitites, calcarenites and
con rare intercalazioni di arenarie quarzose. calcirudites with crinoids, algae, Nerinea sp. and Orbitolinidae, Late Cretaceous in age.