Page 111 - Noemi_Meloni_PHDtesi
P. 111

CAPITOLO 4

Come sopra evidenziato la scomparsa dei segni più antichi dell’attività di cava è legata sia alla
costante attività di prelievo del materiale sia ai processi di espansione della città stessa, tuttavia
non mancano esempi dove i siti archeologici di cava sono stati sapientemente inglobati e
valorizzati nei processi e negli interventi di trasformazione urbana. Un esempio importante è
rappresentato dalla cava romana localizzata all’interno dell’Orto botanico, recentemente
scenario di sfondo per spettacoli all’aperto.

Figura 13 – Cava localizzata dentro l’Orto botanico

L’Orto botanico è stato inaugurato nel 1866 e si estende per una superficie di circa 5 ha. L’area
rappresenta uno spazio verde nel cuore della città storica e della Cagliari romana e si distingue
sia dal punto di vista botanico sia dal punto di vista archeologico e paesaggistico. La cava
archeologica rappresenta uno degli elementi di maggiore rilievo all’interno dell’orto, percorrendo
il viale che conduce al sito si apre uno scenario suggestivo caratterizzato dalla presenza
dell’imponente Ficus magnolioides che trova nella cava storica occasione di riparo. Seguendo il
percorso obbligato e superando la folta vegetazione si apre gradualmente la visuale verso la
cava scoprendo un quadro inaspettato e singolare; il sito estrattivo storico rappresenta un
valore aggiunto all’orto stesso ed elemento di forte attrattività per i visitatori.
A fronte di ben riuscite integrazioni dei siti di cava storici non mancano esempi dove le tracce
della passata attività di estrazione sono state quasi completamente cancellate come nel caso
del sito di prelievo del materiale databile al periodo medioevale localizzato nel fossato di San
Guglielmo.
Si rileva la presenza di numerose cave in sotterraneo che per lo più inaccessibili rappresentano
un patrimonio archeologico di indubbio valore che si presta alla realizzazione di percorsi
tematici. Una delle cavità sotterranee di maggiore interesse è localizzata in un’area di proprietà
comunale che conta in totale quattrordici cavità; l’Orto dei Cappuccini è uno spazio pubblico
non fruibile che versa in stato di abbandono nonostante siano ancora evidenti i segni della
coltivazione delle essenze mediterranee, non più curate.
Da tale spazio è possibile accedere al così detto cisternone, cavità prima utilizzata per
l’estrazione del materiale da costruzione, probabilmente nel periodo cartaginese, e
successivamente come cisterna idrica (Polastri, 2001); non sono rari gli esempi di cave inattive
che dopo opportuni interventi di impermeabilizzazione sono state utilizzate come cisterne per la

                                                                                                                                                           108
   106   107   108   109   110   111   112   113   114   115   116