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che la comunità ha del proprio paesaggio, con una consapevolezza insieme estetica, etica e di                                                                   CAPITOLO 5
conoscenza, un ponte sempre vivo fra passato e futuro” 29 (Zagari, 2006).
I siti estrattivi in particolare possono conservare le testimonianze dell’attività produttiva di
significativo valore culturale. Il dibattito attorno al tema dell’archeologia industriale si è spesso
concentrato e soffermato tra posizioni opposte che riguardano da un lato l’ipotesi di mimetizzare
e nascondere il passato e dall’altro l’ipotesi di enfatizzare, anche tramite la reinterpretazione, i
segni nel paesaggio.
Tale criterio vuole attribuire un peso alla capacità della soluzione progettuale di interpretare tali
segni “tenendo conto dell’identità storica e culturale del paesaggio”30.
Domenico Luciani (2008) nel considerare l’irreversibilità delle trasformazioni dovute all’attività di
cava sostiene che la terza vita della cava debba essere immaginata a partire dalla conoscenza
della fase pre-estrattiva: “ (…) l’invenzione nasce dalla memoria; l’invenzione senza memoria
sarebbe solo un’ulteriore discontinuità e un nuovo strappo” 31.
Sottocriterio 6.1 – Capacità del progetto di interpretare i segni del paesaggio estrattivo

Tale sottocriterio valuta la capacità della scelta progettuale di leggere e interpretare i segni del
paesaggio estrattivo: morfologia dello scavo, accessibilità all’area, presenza di infrastrutture
esistenti; presenza di processi di rinaturalizzazione in corso; presenza di laghetti artificiali; con
particolare attenzione ai segni legati alla storia produttiva estrattiva del sito quali fronti di scavo,
tracce della lavorazione. Non sono rari i casi in cui l’attività di cava scopre la geologia del luogo,
mostra la stratigrafia assolvendo involontariamente una funzione didattica.

Sottocriterio 6.2 – Capacità del progetto di interpretare i segni del paesaggio

Tale sottocriterio valuta la capacità del progetto di interpretare i segni presenti nel paesaggio e
di proporre soluzioni capaci di integrarsi e dialogare nel contesto paesaggistico di riferimento e
di ricostruirne, qualora necessario, l’identità.

Sottocriterio 6.3 – Il progetto evoca l’aspetto culturale riferito alla storia produttiva del sito
Viene valutata la capacità della soluzione progettuale di rievocare la storia produttiva del sito
estrattivo anche tramite la ricostruzione della relazione tra il sito di cava e il costruito.
Sottocriterio 6.4 – L’intervento prevede il recupero di manufatti legati alla passata attività di
cava
Si ritiene opportuno incentivare il recupero delle infrastrutture eventualmente presenti nel sito
con particolare attenzione nei confronti del patrimonio di archeologia industriale (esempio: moli
utilizzati per l’imbarco del materiale, ferrovie, villaggi operai, impianti, etc.).

29 Zagari F. (2006), Questo è paesaggio, 48 definizioni, Gruppo Mancosu Editore, Roma, pag. 32.
30 Articolo 43 comma 4 delle Norme tecniche di attuazione del PPR. “Aree di recupero ambientale. Indirizzi”.
31 Luciani D. (2008), Prima e dopo lo strappo. Forme e norme per le cave in Europa, in Atti del convegno “Nuove ecologie. Giornata di
incontri sulle trasformazioni urbane e territoriali”, Modena, 24 maggio 2008, pag. 66. Documento disponibile su internet all’indirizzo:
http://www.excave.it/pdf/NuoveEcologie_AttiDelConvegno.pdf; [ultimo accesso agosto 2011].

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