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CAPITOLO 3

Il PPR riconosce il valore storico paesaggistico ed identitario dei paesaggi produttivi estrattivi
prevedendone la tutela e la valorizzazione, tuttavia l’implementazione del quadro conoscitivo e
la definizione delle azioni e della disciplina di dettaglio sono rimandate alle successive fasi di
pianificazione.
La Regione Sardegna in linea con le politiche di promozione della tutela, della valorizzazione e
della fruizione del patrimonio culturale ha inoltre emanato la Legge regionale 20 settembre
2006, n. 14 “Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura”. La legge promuove
la valorizzazione del patrimonio culturale in un ottica di integrazione delle risorse anche tramite
l’istituzione di parchi archeologici (articolo 10) e di ecomusei (articolo 11). In linea con le
politiche del PPR appaiono le disposizioni relative all’istituzione del Sistema informativo del
patrimonio culturale (articolo 18) che mostrano la volontà di costruire un patrimonio di
conoscenze superando la frammentarietà e l’incompletezza del quadro conoscitivo attuale.
Il PPR disciplina agli articoli 41, 42 e 43 delle NTA le componenti di paesaggio dell’Assetto
ambientale definite “Aree di recupero ambientale” tra cui ricadono le aree interessate da attività
estrattive dismesse. In particolare nelle aree degradate dalle attività minerarie dismesse, oltre
alle operazioni di bonifica, di messa in sicurezza e di recupero, si prevede che gli interventi
possano essere orientati anche al fine della valorizzazione turistico ambientale delle aree,
compatibilmente con la conservazione dell'identità storica e culturale del paesaggio.
Tra le componenti di paesaggio dell’Assetto insediativo “Insediamenti produttivi” il PPR
riconosce la categoria “Aree estrattive, cave e miniere” che comprende le attività estrattive in
esercizio. Tali aree sono disciplinate dagli articoli 96, 97 e 98 delle NTA del PPR. La disciplina
del PPR prescrive l’obbligo di presentare dei piani di coltivazione che garantiscano la
mitigazione degli impatti e di recuperare le aree estrattive; indirizza la pianificazione verso la
redazione di Piani di settore che garantiscano uno sviluppo dello stesso entro dei canali
sostenibili e di linee guida che orientino le fasi di coltivazione al contenimento degli impatti
ambientali. Le prescrizioni e gli indirizzi oggetto dei citati articoli richiamano disposizioni
contenute in atti normativi e di pianificazione settoriale, l’incisività delle politiche di sostenibilità
nell’esercizio dell’attività di cava e di recupero delle aree estrattive promosse dal PPR va
ricercata nelle disposizioni complessive del Piano, che persegue obiettivi di tutela e
valorizzazione del paesaggio e di qualità nella progettazione e nella trasformazione del
territorio.
Il quadro delineato manifesta la volontà di implementare il patrimonio di conoscenze in
particolare per quanto concerne i paesaggi estrattivi di valore storico culturale e di fornire
strumenti di valorizzazione quali parchi archeologici, ecomusei, programmi di valorizzazione e di
conservazione, tuttavia tali politiche e strumenti allo stato attuale non hanno garantito l’avvio di
processi significativi da ricondursi anche alle difficoltà riscontrate dagli enti territoriali
nell’adeguare i propri strumenti di pianificazione al PPR.
Nel 2010 a seguito delle criticità riscontrate nella fase di attuazione del PPR, con particolare
riferimento alla fase di adeguamento degli strumenti urbanistici di livello provinciale e comunale,

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