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SERVIZIO GEOLOGICO NAZIONALE - UFFICIO RILEVAMENTI E ANALISI DI LABORATORIO - SEZIONE DI GEOLOGIA MARINA  76

Una visione di compromesso tra quelle sopra esposte va sotto la definizione di allostratigrafia e
consiste nel dare uguale importanza gerarchica ad ogni superficie guida riconoscibile su base
regionale, qualunque ne sia il significato genetico (WALKER, 1990).

     I principi introdotti dalla stratigrafia sismica e dalla stratigrafia sequenziale vengono utilizzati
nella definizione dei criteri per la rappresentazione cartografica dei margini continentali, allo
scopo di definire le superfici guida e i depositi da rappresentare nel foglio superficiale. Tuttavia e'
bene riconoscere i limiti teorici e pratici potenzialmente legati a questo approccio; tali limiti
derivano da alcune semplificazioni circa l'evoluzione tettonica dei margini continentali, dall'idea
iniziale che le sequenze deposizionali potessero essere correlate a livello globale e da una visione
piuttosto semplificata della dinamica deposizionale, soprattutto in ambiente fluviale e marino
p rofondo.

     I modelli teorici proposti dalla stratigrafia sequenziale (JERVEY, 1988; POSAMENTIER et alii,
1988; POSAMENTIER & VAIL, 1988; VAN WAGONER et alii, 1988) si basavano sui seguenti
presupposti: tasso costante di apporto sedimentario durante un ciclo di variazione di livello del
mare; andamento sinusoidale della curva di variazione di livello del mare, subsidenza
caratterizzata da tasso costante nel tempo; fisiografia caratteristica di un margine passivo maturo
(con piattaforma estesa e basso gradiente). L'assunto di un andamento sinusoidale della ciclicita'
eustatica rappresenta la semplificazione tra queste meno applicabile allo studio dei depositi
quaternari.

     L'idea che fosse possibile ricostruire e correlare cicli di variazione di livello del mare a scala
globale ha rappresentato uno degli assunti della stratigrafia sequenziale nelle sue prime definizioni
(VAIL et alii, 1977; HAQ et alii, 1987); si tratta di un'ipotesi ormai criticata e confutata da
numerosi autori (M IALL, 1986, 1991, 1992; BOYD et alii, 1989). Questo "ridimensionamento"
nelle implicazioni globali dell'approccio stratigrafico sequenziale non ne ha pero' ridotto il valore
come modo di riconoscere e suddividere cicli deposizionali sui margini continentali
(POSAMENTIER & JAMES, 1993).

     La stratigrafia sequenziale tende a definire la posizione relativa dei vari corpi sedimentari a
scala di un intero margine continentale in relazione a variazioni relative del livello marino guidate
principalmente da cicli eustatici. Questo approccio tende a caratterizzare i sistemi deposizionali
principalmente in base a dati geofisici quali facies sismica o espressione su log di pozzo, e
limitatamente in base alla caratterizzazione delle facies e delle associazioni di facies (M UTTI,
1992). La stratigrafia sequenziale tende a riferire i sistemi deposizionali entro un quadro
cronostratigrafico di riferimento; i rapporti tra le facies a grande scala possono essere espressi
all'interno di questo quadro definendo unita' stratigrafiche delimitate da superfici di discordanza.
M olti margini continentali in zone tettonicamente attive (rift, convergenti o trasformi) mostrano
una notevole variabilita' di assetto fisiografico spesso documentabile su brevi distanze (FIELD &
TRINCARDI, 1991; POSAMENTIER & ALLEN, 1993; HELLAND-HANSEN & GJELBERG, 1994). Il
bacino M editerraneo offre numerosi esempi di margini continentali di questo tipo. In questo tipo
di margini la variabilità fisiografica costituisce un importante parametro che controlla la variabilità
laterale dei depositi originati durante le varie fasi di un ciclo di fluttuazione del livello del mare. Su
margini caratterizzati da variazioni laterali di gradiente e diverse profondità del ciglio della
piattaforma è possibile che, ad esempio, una caduta relativa di livello del mare produca
deposizione in una zona e non deposizione od erosione in un'area adiacente (TRINCARDI &
FIELD, 1991). In condizioni di risalita di livello del mare, il gradiente della piattaforma controlla, a
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