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CARTA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI 1:250.000 - GUIDA AL  77

RILEVAMENTO

parità di tassi di risalita e apporto sedimentario, la geometria di sovrapposizione delle
parasequenze trasgressive (TRINCARDI et alii, 1994; CORREGGIARI et alii, 1995).

B) - CICLI QUATERNARI

        Nonostante i principali limiti di impostazione precedentemente discussi, la stratigrafia
sequenziale è applicabile allo studio dei depositi che registrano i cicli eustatici ad alta frequenza
durante il Quaternario (LOUTIT et alii, 1988; BOYD et alii, 1989; TRINCARDI et alii, 1994;
DALRYMPLE & ZAITLIN, 1995).

        Il periodo Quaternario è caratterizzato da variazioni eustatiche di grande ampiezza
(nell'ordine dei 100-120 m) e durata di circa 100 ka. Queste variazioni riflettono cambiamenti
climatici che derivano da variazioni nell'insolazione media della Terra; la quantità di calore che il
nostro pianeta riceve dal Sole dipende infatti da variazioni nei principali parametri astronomici
che definiscono la rotazione della Terra su se stessa e attorno al Sole (eccentricità, obliquità e
precessione). Durante gli ultimi 800 ka circa, i periodi di stazionamento alto del livello del mare
rappresentano soltanto circa il 10% del tempo; le variazioni di livello del mare sono caratterizzate
dall'alternarsi di cadute relativamente lente e discontinue e risalite estremamente rapide (fig.7).
Questo andamento delle oscillazioni eustatiche quaternarie, documentato dalle curve ricostruibili
sulla base di dati isotopici (CHAPPELL & SHACKLETON, 1986; SHACKLETON, 1977; M ARTINSON
et alii, 1988), riflette la lenta espansione ed il rapido arretramento delle calotte di ghiaccio nelle
regioni polari.Oscillazioni climatiche di breve durata sono sovrapposte a questo andamento di più
lungo periodo. Variazioni globali che verosimilmente rappresentano risposte non lineari del
sistema oceano/atmosfera sono documentate in successioni lacustri, in sedimenti marini pelagici e
in carote di ghiaccio; queste oscillazioni hanno in alcuni casi tempi di "innesco" estremamente
rapidi, legati ad episodi di instabilità climatica e/o oceanografica.L'alternarsi di avanzamenti ed
arretramenti delle calotte polari appare correlato rispettivamente a variazioni di temperatura,
salinità e circolazione, negli oceani, e di temperatura, umidità e circolazione di polveri, sui
continenti. I periodi di stazionamento alto di livello del mare associati a condizioni interglaciali,
come quelle attuali, occupano una piccola percentuale di tempo rispetto alle condizioni glaciali.
L'ultimo ciclo glaciale-interglaciale (che corrisponde circa agli ultimi 130 ka) fornisce il miglior
riferimento temporale all'interno del quale analizzare i meccanismi del cambiamento climatico ed il
loro impatto su oceano, atmosfera e biosfera. Dati provenienti da carote di ghiaccio provano
inoltre la generale instabilità del clima in questo periodo; in particolare due carote di ghiaccio in
Groenlandia mostrano che il clima in Nord Atlantico è in grado di riorganizzarsi addirittura in
pochi decenni (GRIP, 1993). Questa forte instabilità climatica ha caratterizzato tutto il ciclo che
va dall'interglaciale Tirreniano (stadio isotopico 5e) alla fine dell'ultimo glaciale e contrasta con la
relativa stabilità che caratterizza l'attuale interglaciale (fig.7). I dati provenienti da carote di
ghiaccio non sempre hanno risoluzione temporale sufficiente a permettere di apprezzare eventi
paleoclimatici di breve durata (vedi ad esempio Vostock-Antartide rispetto ai nuovi dati Summit-
Groenlandia) ed inoltre non possono fornire informazioni circa il responso faunistico a tali eventi.
Anche per questo dati provenienti da un margine continentale alle medie latitudini, se filtrati dalle
componenti regionali di movimento del fondo (subsidenza termica, carico e compattazione),
possono fornire un controllo indipendente e complementare sulle variazioni osservate in carote di
ghiaccio e sedimenti continentali.
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