Page 6 - terrazzi_conclusioni_2004
P. 6

TERRAZZI DEPOSIZIONALI SOMMERSI LUNGO LE COSTE ITALIANE. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE     191

za di alti morfologici. L'apporto diretto da zone attualmente emerse sembra            le tempeste; in particolare, la variazione areale della concentrazione dell'energia
verificarsi solo in rari casi, nei quali i TDS si trovano associati a evidenze di un   erosiva lungo la costa, assieme all'esposizione del paraggio e al fetch, costitui-
paleodrenaggio in grado di portare carico fluviale o sedimenti costieri sino ai        scono importanti fattori di controllo sulla distribuzione dei TDS e sulla pro-
margini della piattaforma (es.: Sicilia nord-occidentale, Egadi).                      fondità di alcuni parametri deposizionali (come sembra verificato per i TDS
                                                                                       presenti sui fondali dell'arcipelago eoliano).
   Nel caso di aree vulcaniche, lo sviluppo di TDS con discreto spessore è
spesso riconducibile ad una significativa disponibilità di sedimento vulcanoge-           Nella maggior parte dei casi segnalati, purtroppo, non sono disponibili dati
nico derivante dallo smantellamento di centri eruttivi e depositi piroclastici nei     di osservazione diretta sulle facies dei sedimenti costituenti i TDS e sulle asso-
settori costieri dei complessi vulcanici (il ripetersi di fasi eruttive dà luogo,      ciazioni faunistiche ad essi associate; ciò rende incerta la loro attribuzione ad
peraltro, ad un ringiovanimento morfologico degli edifici vulcanici, con impli-        uno specifico ambiente deposizionale.
cazioni sull'apporto di sedimento e sui processi epiclastici). Un esempio di ali-
mentazione estremamente localizzata, legata allo smantellamento di un piccolo             L'interpretazione più comune data dagli autori per i TDS osservati a diverse
duomo esogeno, si è osservato per l'isolotto di Basiluzzo (Panarea, Isole Eolie),      profondità lungo i tratti delle coste italiane è quella che si tratti di cunei litorali
al cui piede è presente un TDS di limitata estensione ma con caratteristiche geo-      o deltizi (es: TDS sui fondali dell'arcipelago toscano). Le motivazioni a soste-
metriche e morfologiche del tutto paragonabili ad altri casi osservati.                gno di questa ipotesi sono molteplici: (I) la ottima correlabilità con paleolivelli
                                                                                       marini (in particolare quelli che si ritrovano a -120 m., il livello del mare mini-
GENESI ED ETA'                                                                         mo raggiunto durante l'acme glaciale tardo-Quaternario); (II) le caratteristiche
                                                                                       delle facies sedimentarie osservate nelle carote, che suggeriscono processi
   L'origine dei TDS è riconducibile, in via generale, a stazionamenti del livel-      deposizionali altamente selettivi tipici dell'ambiente deposizionale di spiaggia;
lo relativo del mare a quote più basse dell'attuale. In particolare, i corpi deposi-   (III) le forti analogie delle geometrie esterne e interne (angoli dei foreset, super-
zionali posti a profondità di -100/150 m e ubicati al margine di piattaforme rap-      fici di riattivazione) che emergono dal confronto tra i profili sismoacustici dei
presentano strutture relitte formatesi, presumibilmente, nel corso dell'ultimo         TDS e gli esempi in affioramento di rampe di ad energia medio-alta (vedi
basso stazionamento glacio-eustatico (circa 18 ka fa); tale interpretazione è sug-     Bacino di Crotone, MASSARI et alii, questo volume).
gerita dalla loro distribuzione batimetrica, compatibile col livello raggiunto dal
mare nel corso dell'ultimo acme glaciale ed è supportata, per diversi dei casi            Un'interpretazione alternativa, basata su considerazioni più estesamente
segnalati, da datazioni radiometriche e dati biostratigrafici (es.: TDS dell'arcipe-   espresse in CHIOCCI & ORLANDO, 1996 e in CHIOCCI & ROMAGNOLI (questo
lago toscano, Pontine, Calabria).                                                      volume), vede invece i TDS come cunei deposizionali di formazione intera-
                                                                                       mente subacquea, sedimentatisi al di sotto del livello di base delle onde per
   Meno chiara è l'attribuzione cronologica dei TDS posti a profondità inferiori       mobilizzazione e ridistribuzione dei sedimenti detritici prodotti dall'erosione
ai 100 metri che, a meno di dislocazioni verticali dovute a sollevamento tetto-        litorale in risposta ad eventi meteo-marini di maggiore energia (wave-formed ter-
nico nel settore su cui sono impostati, riflettono probabilmente stazionamenti         races). Secondo questa seconda interpretazione, i TDS riscontrati a basse pro-
del livello relativo del mare nel corso dell'ultima risalita post-glaciale. L'assetto  fondità (come quelli osservati attorno ai complessi vulcanici eoliani e pontini,
retrogradazionale (recessivo) osservato in alcuni TDS potrebbe proprio sugge-          con ciglio deposizionale intorno a 20-35 m) rappresenterebbero corpi deposi-
rire una deposizione avvenuta durante una risalita discontinua del livello mari-       zionali di età molto giovane, connessi alla presente fase di alto stazionamento
no.                                                                                    eustatico (ultimi 6 Ka) e quindi sostanzialmente riferibili a processi deposizio-
                                                                                       nali attuali. A sostegno di questa ipotesi, vi sono: (I) la mancanza di continuità
   L'osservazione dei caratteri deposizionali dei TDS suggerisce, per la loro          fisica di tali TDS con depositi litorali attuali (presenti, in tali settori costieri,
formazione, un ambiente ad alta energia e limitato apporto clastico (che può           sotto forma di rare pocket beach di limitata estensione e prevalentemente ghiaio-
diventare, però, localmente significativo), costituito da fondali a gradiente rela-    se, compresi tra tratti a costa alta); (II) l'elevata acclività dei foreset, che sembra
tivamente alto lambiti da correnti di deriva litorale. I TDS si formano lungo          approssimare l'angolo di riposo dei materiali costituenti; (III) l'osservazione
tratti costieri dominati dal moto ondoso e sottoposti, a causa dell'insularità o       diretta di forme di fondo attive fino ad oltre -30 m al tetto in un TDS dell'arci-
mancanza di piattaforma continentale, a un grande sviluppo di energia durante          pelago eoliano, testimonianti l'azione attuale del moto ondoso fino a tale pro-
                                                                                       fondità in occasione di eventi di tempesta.
   1   2   3   4   5   6   7   8   9