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anche se di dimensioni ridotte, occupava a quell'epoca una fossa situata
al posto dell'attuale Appennino, il cosiddetto « lago a Melanopsis »,
colmo di acqua quasi dolce; a oriente di questo lago esistevano già
Gargano e Murge, uniti fra loro e con la Dinaride; l'Adriatico era
ridottissimo.

      Questo stato di cose fu interrotto in modo catastrofico all'inizio del
Pliocene per la riapertura di uno stretto di Gibilterra più profondo
dell'attuale, con subitaneo allagamento dell'enorme bacino mediterraneo,
che, come abbiamo visto, era in gran parte svuotato e frazionato e che
aveva il fondo coperto da spessi strati di evaporiti. Secondo RuGGIERI
(1973) il Pliocene debuttò con sedimenti tanto profondi da far ritenere
che in corrispondenza della Sicilia non vi fossero terre emerse; la Penisola
Italiana era ancora allo stato di geosinclinale ed è « quindi ragionevole
credere che nè in Sicilia nè in Italia, abbiano potuto sopravvivere
animali o piante continentali miocenici. E' invece possibile che fossero
allora emergenti terre oggi scomparse nell'area tirrenica (la « Tirrenide »)
oltre, naturalmente, alla Sardegna, i cui legami con l'Africa persistettero
(o vennero rinnovandosi) fino a un Quaternario piuttosto avanzato.

      La penisola italiana e la Sicilia emersero molto più tardi, alla fine
del Pliocene inferiore (attorno ai 4.000.000 di anni fa), diverse da come
oggi le conosciamo e certamente molto più estese, come conseguenza di
una violenta crisi orogenetica, la manifestazione più violenta della oroge-
nesi alpina nel centro del Mediterraneo. A questa data si può fare
risalire la nascita delle più antiche fra le isole minori, le Egadi (oltre,
naturalmente, a Malta e Lampedusa) ».

      Che in corrispondenza della Sicilia non vi fossero terre emerse
all'inizio del Pliocene è però una veduta circa la quale non sono con-
cordi altri geologi; un'« isola calabro-peloritana » sarebbe ad esempio
restata sempre emersa sin dall'era paleozoica (cfr., fra gli altri, AzZAROLI
e CITA, 1963-1967). Anche per Marettimo, dato che è formata quasi
esclusivamente da sedimenti triassici, non ci sembra che, come scrive
RuGGIERI (1973), sia estremamente improbabile «che l'isola sia sfuggita
alla sommersione totale nel Pliocene e nel Pleistocene ».

      Quanto alla dibattuta questione riguardante i collegamenti tra Si-
cilia e Africa, RuGGIERI (1973) è del parere che dal Pliocene superiore
possibilità « di comunicazioni dovettero esistere fino all'intervallo Sicilia-
no-Tirreniano ... », il che ci appare assai verosimile e concorda con le
vedute di altri Autori, tra i quali PAsA (1953); tuttavia, tra le prove
« di indole paleontologica e biogeografica » invocate dal RuGGIERI a so-
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