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MIGRAZIONI, TONNARE, COMPORTAMENTI DEL TONNO ATLANTO-
                                  MEDITERRANEO ED OCEANOGRAFIA


            Introduzione
               Nell’antichità, il popolo che per primo utilizzò attrezzi per la cattura di gruppi di tonni fu quello dei
            Fenici. Questi usavano la parola thon o than per designare grandi animali acquatici. Il nome dell’animale
            deriva dal greco “ tunein” che significa muoversi con impeto. Da qui il nome greco tunnos e latino
            thynnus. La radice sanscrita “dhun” significa slanciarsi. Il nome scientifico è Thunnus thynnus, mentre
            il nome comune italiano è tonno rosso, in riferimento alla carne di questo animale, ben irrorata di
            sangue attraverso una fitta rete di capillari. Un tonno rosso può percorrere da 70 ad 80 km al giorno, ad
            una velocità media che va da 6 km/h fino a 30 km/h nella corsa, sotto l’assillo riproduttivo (Lutcavage
            et al., 2000). Il tonno ha capacità di termoregolazione e di mantenimento del calore, essenziale per la
            sua muscolatura, grazie ad un sistema interno di scambio di calore. Questo sistema morfo-anatomico e
            funzionale è chiamato “rete mirabile”. La temperatura interna di questo animale è di 8-10 °C superiore a
            quella esterna. Infine, la vescica natatoria a sviluppo estensivo consente al tonno importanti migrazioni
            verticali (Korsmeyer e Dewar, 2001). L’area di distribuzione della specie comprende le acque intertropicali
            e quelle temperate settentrionali dell’Oceano Atlantico. Praticamente dalle Lofoten (costa Ovest della
            Norvegia fino all’equatore e dal mare delle Antille fino alla Nuova Scozia. Entra in Mediterraneo e mari
            adiacenti per la riproduzione e ne esce dopo la fase riproduttiva. La sua tolleranza termica va da 4-5
            a 28-29 °C. Per i giovani, il grado di tolleranza sembra sia inferiore, cioè fino a 24-25 °C. Si sposta in
            branchi, numerosi in primavera, navigando negli strati superficiali d’acqua (0-20 m), ma, allorquando
            sopraggiunge l’inverno s’immerge in profondità per raggiungere gli strati d’acqua più caldi che quelli
            di superficie (Lutcavage et al., 2000; Block et al., 2001). Questi strati non possono essere che quelli dati
            dalle acque levantine, come avremo modo di spiegare in seguito. Aristotele chiamò i tonni dromadi,
            cioè corridori. In riferimento al colore blu delle pinne dorsali, della seconda dorsale in particolare, gli
            anglosassoni chiamano il tonno rosso bluefin tuna. Ciò serve anche a distinguerlo dallo yellowfin tuna
            (Thunnus albacares) che è il tonno a pinna gialla del Centro Sud degli oceani Atlantico, Pacifico ed Indiano.
            Questa specie costituisce la materia prima prevalente che lavorano oggi le nostre industrie conserviere
            e che noi consumatori compriamo scongelato in pescheria, spacciato per tonno rosso. In realtà sotto la
            denominazione di bluefin tuna, la FAO comprende 3 specie e cioè il tonno rosso del Pacifico (Thunnus
            orientalis), il tonno rosso del Sud degli oceani Atlantico, Pacifico ed Indiano (Thunnus maccoji) ed infine
            il tonno rosso atlanto-mediterraneo (Thunnus thynnus). I giovanili, nati in Mediterraneo stazionano in
            questo mare per almeno tre classi di età e permangono nelle nostre acque (fino a taglie attorno al m 1,30
            e peso attorno a 80-100 kg). Sono i tonni che compaiono nell’Adriatico centro-orientale nei mesi estivo-
            autunnali e che vengono catturati in vari modi, come ad es. le “palandare” (reti ad imbrocco) o le tratte
            o sciabiche da terra (tonnarelle), una volta localizzate lungo le coste, triestina, istriana e croata (Volpi
                                                           Lisjak, 1996). Oggi vengono anche catturati con reti
                                                           a circuizione e portati alle gabbie da ingrasso che si
                                                           trovano posizionate tra le isole croate. Questa specie
                                                           ittica ha acquisito e mantiene una enorme importanza
                                                           socio-economica, culturale e scientifica, dai tempi
                                                           più antichi fino ad oggi. Tutti i popoli mediterranei
                                                           hanno potuto beneficiare dei vantaggi economici
                                                           che la pesca grandiosa di questo animale ha loro
                                                           procurato nel tempo. La caratteristica delle carovane
                                                           di tonni (Fig. 1), costituite un tempo da migliaia
            Fig. 1 – Carovana di tonni in migrazione.

            s.i.b.m. 71/2017                                                                               59
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