Page 30 - Brighetti1979
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GNI 1885-86) e genericamente nel Veneto e nell'Emilia Romagna (ARRIGONI in G!GLIOLI
1890; TASSINARI 1894?), in Toscana (stagni! e laghi della Val di Chiana) (SAVI 1831;
GRIFFOLI in G!GLIOLI 1890) ove si ricorda anche un giovane del giugno 1927 dal Lago
di Massaciuccoli (BACCETTI 1980} ed in Sardegna (senza precise indicazioni di loca-
lità) (CARA 1842; LEPORI 1882; BoNOMI in G!GLIOLI 1890); notizie vaghe per la
Corsica (WHITEHEAD 1885; MAYAUD 1936).

       Successivamente altri autorevoli AA. riportavano la specie come nidificante in modo
generico per la Sicilia, Toscana, Veneto, Lombardia, etc., quasi certamente sulla base
dei vecchi dati non riconfermati (ARRIGONI 1904, 1929).

       Già in quei tempi qualche A., pur ritenendo la riproduzione probabile o possibile,
asseriva che essa non era mai stata veramente provata per il nostro paese (MARTOI!ELLI
1906; G!GLIOLI 1907).

       Effettivamente come si è visto, dalla fine del secolo scorso ad oggi, solo pochissime
sono le nidificazioni note e confermate da prove certe (Lombardia, Veneto, Toscana,
Umbria, Molise, Puglia, Sicilia).

       E' da tenere presente che fin oltre la metà di questo secolo vari AA. riportavano
la specie nidificante su gran parte del continente, in Sicilia e dubitativamente in Sarde-
gna, verosimilmente sulla base di vecchi dati o di notizie più recenti riferibili agli anni
50-60, che comunque ora non rispecchiano più la situazione attuale (Voous 1960;
VAURIE 1965; BAUER e GLUTZ 1966; P'ETERSON et alii 1967; MAKATSCH 1974).

       Tali situazioni, storiche e più recenti, non devono meravigliare se si considera che,
anche in molti altri paesi, la nidificazione risulta frammentaria, irregolare e molto insta-
bile e sensibile ai più svariati fattori naturali o provocati dall'uomo (variazioni del livello
delle acque, trasformazioni, degradazioni ed inquinamenti ambientali, disturbi turistici

e venatori, etc.}.

       Il massimo grado di instabilità si registra ovviamente nelle zone periferiche dell'area-
le ed anche in quelle meridionali (Spagna, Italia, nord-Africa, Cipro), ove si assiste
addirittura all'abbandono in massa dei luoghi di nidificazione o ad un netto calo degli
effettivi ancora presenti qua e là (AA. vari in CRAMP e SJMMONS 1977). La specie si
riproduceva in Algeria, Tunisia e Marocco e da circa un decennio mancano conferme
(ETCHÉCOPAR e HuE 1967; FOURNAIRON 1979). Recente l'avvistamento di alcuni indi-
vidui in abito nuziale in Tunisia (dintorni di Tunisi) nel maggio 1976 (BRICHETTI
ined.).

       Nella vicina Svizzera la popolazione nidificante è fluttuante ed è stata recentemente
stimata in meno di lO coppie, per altro minacciate da disturbi e trasformazioni ambientali
(BRUDERER e THOENEN 1977).

       Il recente Atlas indica una sola località occupata (1978) a 1005 mslm (Lac de

Joux) ; viene altresì notata la predilezione della specie a riprodursi presso colonie di

Larus ridibundus ( ScniFFERLI et alii 1980).
       In Francia l'Atlas indica varie località di nidificazione (in colonie di 20-30 coppie

ed anche di 2-3, spesso in associazione con Larus ridibundus) nella parte mediana; circa
il 50% delle segnalazioni si riferiscono a probabilità o possibilità di nidificazione; la
popolazione complessiva è stimata sulle 200-300 coppie (YEATMAN 1976).

       Tale stima appare assai bassa se si considera che ciascuno dei dne distretti Rhòne-
Alpes possiede una popolazione nidificante di 200-250 coppie; inoltre in tale zona appare
in espansione numerica, presumibilmente in relazione all'evoluzione demografica dei Laridi
(LEBRETON 1977).

       In Gran Bretagna e Irlanda la specie è attualmente molto rara e localizzata e gli
effettivi nidificanti non dovrebbero passare le 20 coppie (SHARROCK 1976).

       Una tendenza apparentemente contraria si registra in alcune nazioni europee, In
particolare del centro-est e centro-nord, ove vecchi luoghi di nidificazione sono stati
rioccupati nel corso dell'attuale secolo; i colonizzatori sono ritenuti di probabile origine
orientale e sud-orientale, spinti verso ovest a seguito dell'essicamento dei laghi della
regione Caspica (FRIELING 1933 in CRAMP e SIMMONS 1977; KALELA 1949).

       Com'è noto la specie abbandona con grande facilità i luoghi di riproduzione, anche
quelli appena occupati, senza apparenti motivi ed a volte durante lo stesso periodo

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