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Molte leggi sono state emanate con l’intento di proteggere specie vulnerabili e
minacciate d’estinzione ma spesso la protezione di una specie considerata
isolatamente è assai difficile o comunque quasi insignificante. L’esperienza ha
dimostrato che le specie sono realmente ed efficacemente protette se l’opera di
conservazione viene estesa al particolare tipo di ambiente localizzato che esse
occupano (FRANKLIN, 1993).
Contrariamente a quanto avveniva in passato, oggi si ritiene che un approccio a
più ampia scala, a livello di ecosistema e paesaggio, sia l’unico metodo efficace per
mantenere la biodiversità (BASSET, 1999).
L’intento è quello di indirizzare l’opera di conservazione verso l’ecosistema ed i
processi ad esso legati, cercando così di mantenere vitali i complessi rapporti tra
ambiente ed organismi.
In quest’ottica si collocano le aree marine protette (AMP), uno dei mezzi di
protezione che in Mediterraneo, nell’ultimo ventennio, ha ricevuto maggiore
attenzione. La storia delle AMP mediterranee è piuttosto recente: le prime, infatti,
furono istituite in Francia alla fine degli anni ’70 (MEINESZ et al., 1983).
Attualmente in Mediterraneo sono presenti più di trenta AMP (16 delle quali si
trovano in Italia) ognuna delle quali presenta caratteristiche differenti dalle altre
dal punto di vista giurisdizionale, gestionale e anche relativamente al grado e alla
tipologia delle misure di protezione adottate (BADALAMENTI et al., 2000).
L’errata convinzione che la vita sulla terraferma sia più varia rispetto a quella
dell’ecosistema marino ha indotto a considerare la biodiversità come una
“questione” prettamente terrestre e a rivolgere alla diversità biologica marina solo
una frazione delle attenzioni destinate alla terra ferma (ORMOND, 1996) e a
trattarla secondo il paradigma dell’ecologia terrestre.
In ciò il Mediterraneo non costituisce un’eccezione, nonostante sia caratterizzato da
un’alta diversità di fauna e flora e da un alto tasso di endemismi. Sulla base di
diversi studi, infatti, si è stimato che in esso vivano più di 8.500 specie di
organismi macroscopici, il che corrisponde ad un valore compreso tra il 4 e il18%
di tutte le specie marine conosciute (BIANCHI e MORRI, 2000). Inoltre circa il 20%
della fauna presente in questo mare è endemica (i medesimi livelli sono
riscontrabili in Mar Rosso).
Questi valori sono da considerarsi abbastanza elevati, tenendo conto che la
superficie ed il volume del Mediterraneo costituiscono rispettivamente lo 0.82% e
lo 0.32% dei mari del mondo (DEFANT, 1961).
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