Page 7 - Descrittori_macrobentonici_tesi-Benfante
P. 7

Dunque, nella fase preliminare di uno studio per l’istituzione di un’AMP si dovrebbe
tener conto anche della crescente pressione antropica all’esterno della riserva, del
paesaggio circostante, non protetto e delle attività svolte in esso in modo da
evitare la ricaduta all’interno dell’AMP di prodotti provenienti da attività
incompatibili con la protezione e la conservazione (ALLISON et al., 1998).
Alla luce di tutto ciò vien da sé che, qualsiasi studio condotto all’interno di un’area
marina protetta necessita di metodologie eticamente e scientificamente compatibili
con la conservazione della natura.
Tale esigenza ha determinato il crescente successo di tecniche non distruttive quali
i censimenti visivi (UVC), ossia rilevamenti effettuati da operatori che lavorano in
immersione subacquea.
Da molti anni utilizzati sulla terraferma per studi relativi ai mammiferi e agli uccelli,
i censimenti visivi furono impiegati nell’ambiente marino per la prima volta da
BROCK nel 1954 per effettuare conte di pesci nell’ambito di uno studio sulle
popolazioni ittiche della barriera corallina alle Hawaii. Successivamente, la
necessità di ricorrere a metodi non distruttivi ha indotto molti ricercatori a
sviluppare e perfezionare la tecnica, tanto da essere considerata ad oggi la
migliore per stimare l’effetto riserva sui popolamenti ittici nelle AMP (HARMELIN,
1987; GARCIA-RUBIENS and ZABALA, 1990; TUNESI e VACCHI, 1992). Inoltre,
essendo una tecnica piuttosto flessibile e facilmente adattabile, è adoperata con
successo in diversi tipi di ambienti (inclusi quelli artificiali) e può essere modificata
così da essere applicabile, oltre che ai pesci, ad una vasta gamma di organismi
quali gli invertebrati e la macroalghe.
I censimenti visivi, infatti, recentemente sono stati adottati anche nello studio del
benthos e si sono rilevati un valido strumento per la valutazione della
composizione e della struttura delle comunità bentoniche mediante conte
numeriche e stime delle abbondanze.
La metodica risponde a criteri di carattere etico-scientifico-pragmatico.
I censimenti visivi, infatti, non presuppongono il sacrificio degli organismi e quindi
non variano la mortalità naturale e la struttura di popolazione delle specie studiate;
non sottraendo componenti al sistema non ne modificano lo stato, non alterano i
rapporti specifici di competizione e predazione e limitano così le variazioni indotte;
sono piuttosto rapidi e quindi riducono al minimo il disturbo agli organismi studiati
permettendo di effettuare un numero elevato di osservazioni in tempi
ragionevolmente brevi (EDGAR and BARRET, 1997).

                                                            7
   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12